martedì 14 febbraio 2012

Folle saggezza

 Foto di Lise Carlson 
"Le illusioni sono per l'anima quello che l'atmosfera è per la terra. Toglietele quella tenera coltre d'aria e vedrete le piante morire, i colori svanire." Virginia Woolf




Ci sono due vie un in certo senso per vedere chi siamo. La prima via è quella del distacco, la seconda quella della compassione. Entrambe portano allo stesso riconoscimento, ma nel loro processo sembrano quasi contraddirsi. 


La via del distacco è la via del saggio. Il saggio non crede a quello che vede, sa che il mondo passa e che il suo passare ne mostra l'intrinseca illusorietà. Come può essere "vero" qualcosa che cambia sempre? E' solo una chimera, un'illusione. Pian piano l'attenzione del saggio si sposta da quello che vede verso ciò che vede tutto questo. I contorni della manifestazione iniziano a dissolversi e tutto acquisisce come un unico sapore. A volte in questo deserto sorge depressione perchè non si coglie più il senso di nessun genere di aspettativa in un mondo che non dà quello che prometteva di dare. 


Alla fine l'ultima cosa che resta da cui distaccarsi è se stessi, quel qualcuno che testimoniava l'andi-rivieni di pensieri e sensazioni, lo scorrere delle stagioni del tempo. Il testimone muore. E allora quello che accade è che in quel distacco totale, alla fine anche da se stessi e dal desiderio di trovare qualcosa di sempre vero, resta solo la Vita. "All'inizio le montagne sono solo montagne, poi le montagne non sono solo montagne. Poi le montagne tornano a essere solo montagne" dice il detto. Muore quel qualcuno che testimonia la Vita e resta solo la Vita con i suoi colori, odori, sapori, contorni vivaci, contraddizioni, successi e fallimenti. Non c'è nessuno che la vive e quindi per la prima volta essa si può esprimere in modo totale. C'è distacco, ma anche compassione, c'è saggezza ma anche amore. 


La via della compassione è la via del folle. Al folle non interessa di comprendere cosa sia sempre vero, perché è innamorato talmente tanto della Vita che ci si tuffa in ogni sua esperienza. Beve e si ubriaca di ogni apparente montagna russa, rincorre quell'apparente andi-rivieni per coglierne il nettare più profondo. Ama fortemente ogni instante e non si risparmia: se gode, gode totalmente, se soffre, soffre totalmente. Il suo cuore si apre alla Vita e la Vita stessa a volte lo riempe di estasi, a volte lo spezza del tutto, lo delude, testa quell'amore in ogni maniera, ma il cuore resta aperto perché il folle puo' solo amare non puo' piu' tirarsi indietro. E' in quella Totalità che si annulla e scompare come individuo separato. E' in quella Totalità che si fonde l'amato con l'amante e resta l'Amore, resta l'Amare. Fiorisce la compassione e da lì nasce saggezza. Muore colui che ama la Vita e resta solo la Vita. 


Quindi che tu voglia essere saggio o folle non importa, che la tua strada sia quella della mente o del cuore, del distacco o della compassione. Non la scegli tu. Sei preso. 


E quando accade quell'essere rapiti, allora c'è sia amore che saggezza, c'è sia il Nulla che il Tutto. Tutto è UNO.


Con simpatia,
Shakti

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