venerdì 31 maggio 2013

Un messaggio di Pace

In questo momento molti conflitti e guerre stanno accadendo sul pianeta e questa situazione preoccupante per tutti, sia per chi si considera un ricercatore spirituale, sia per coloro che apparentemente non cercano nella spiritualità o nella religione una risposta a questa sofferenza. È evidente a tutti che qualcosa di molto sbagliato sta succedendo nell'umanità, che qualcosa sembra essere del tutto fuori equilibrio.

Qualcuno pensa che questo equilibrio potrebbe essere ristabilito attraverso un maggiore controllo sulla popolazione, e quelle sono le persone che comprano armi più grandi, pistole più grandi, lucchetti alle porte più grandi. Alcuni addirittura pensano che un unico governo mondiale e un unico esercito dovrebbero controllare tutto, perché la sicurezza è diventata un problema così importante che la libertà può essere sacrificata solo per garantire più sicurezza e pace.

Il risultato di questo modo di pensare è evidente: tali azioni vengono dalla paura, e anche se le loro intenzioni potrebbero essere positive, hanno la paura come conseguenza, non la pace. Pace non può essere la conseguenza di un'azione provenienti dalla paura e quando agiamo secondo questa convinzione, i risultati sono quelli che vediamo ora in tutto il mondo con conseguenze preoccupanti per tutti.

È pertanto necessario che la pace diventi il nostro punto di partenza imprescindibile se vogliamo vedere un mondo diverso per noi e per l'intera umanità. Abbiamo bisogno di riscoprire questa pace e renderci conto di cosa essa sia, altrimenti continueremo ad essere dominati dalla paura e il risultato sarà ancora più sofferenza.

La paura deriva da un errore di base nel modo in cui percepiamo noi stessi e il mondo.
Vediamo noi stessi come una parte e quindi vediamo il mondo parzialmente. Vogliamo salvare una parte ed escludere l'altra, prendere una posizione e combattere gli altri. A partire da questo senso di separazione sorge paura, con tutte le conseguenze che essa comporta. L'Amore non esclude nulla e include tutto, l'Amore vede il mondo dall'unità e agisce in conformità con le sue leggi naturali e il suo equilibrio.

Le guerre sono basate su questo senso di separazione, così come ciò che consideriamo i nostri conflitti personali. La base è la stessa: crediamo di essere separati gli uni dagli altri, da tutto il mondo. Questa ipotesi è assolutamente falsa. Ciò che siamo è un essere che vive attraverso tutte le forme e si manifesta come un unico mondo. Tutto è Coscienza, anche ciò che sembra essere inanimato. La scienza ci dice che tutto è energia: questa unica energia proviene da un luogo che è anche di là di essa, ovvero Silenzio, Quiete, Pace.

La Pace è dunque la sorgente di ogni cosa, ma quando il senso di separazione è presente, essa rimane nascosta e la si cerca nel mondo, creando così ancora più confusione. Questa Pace è l'origine del mondo stesso: è da questo Uno immobile che tutto nasce, e questo Uno è Io, lo stesso Io che vive attraverso tutte le forme. Pace è l'Io, il testimone e la sorgente.

Tutto ciò che viene visualizzato, incluso il corpo e la mente, è testimoniato da questo immobile, consapevole, impersonale, Io. Di solito si crede di essere il nostro proprio corpo-mente e in questa convinzione si manca di riconoscere che siamo invece ciò che sta vedendo ogni cosa e che misura ogni cosa (tempo, spazio, cambiamento, colori, forme ecc.). Ciò che siamo veramente è quindi di là di tutte queste categorie ed è per questo che possiamo vedere tutti i cambiamenti nel mondo. È infatti dall'Eterno che si vede il tempo passare, è dal Vuoto che tutto quello che cambia è visto trasformarsi. L'Io è quindi questa Consapevolezza impermanente, Vuoto immobile, Pace Stessa, la Sorgente. Ciò che siamo non è solo la mente e il corpo, ma ciò che vede ogni cosa, lo stesso Io di tutti gli esseri.

Vedere è creare. Ciò che si manifesta lo fa solo perché tu lo vedi. Questo è qualcosa che ora persino la scienza riconosce: ciò che testimonia e ciò che è testimoniato sono uno e il secondo esiste solo perché il primo c'è. l'Io esiste al di là della manifestazione che va e che viene, mentre la manifestazione non esiste senza l'Io che la vede.

Quando si riconosce che il luogo da cui osservi il mondo è lo stesso da cui lo si crea, è improvvisamente chiaro che i conflitti che si mostrano nella manifestazione sono solo un riflesso di questa convinzione di separazione. Quando "il tuo occhio è singolo, tutto il tuo corpo sarà pieno di luce" - come scritto nella Bibbia - in altre parole quando questo vedere globale viene riconosciuto, tutto quello che sembra essere separato e frutto di azioni conflittuali è visto come una unica azione del Divino. È questo Uno che tenta di riconoscere se stesso attraverso la sua manifestazione e quando manca di vedere di essere Uno  pensa di essere una parte tra i molti ed è conflitto con se stesso.

Questo riconoscimento è lo stesso che è stato fatto da coloro attorno ai quali tutte le religioni sono state create e poi deviate da chi ha cercato di capire ciò che era stato condiviso, senza vederlo veramente in se stesso. Al giorno d'oggi abbiamo la possibilità, attraverso tutti i drammi e l'emegenza per il pianeta stesso e suoi abitanti, di vedere finalmente di nuovo questo messaggio d'Amore e di Pace. È importante che tutti gli esseri umani vedano come le conseguenze ci stiano letteralmente uccidendo.

Non pensare che non sia sufficiente che tu lo veda perché un cambiamento si manifesti nel mondo. Se sei arrivato fino a qui nel leggere, vuol dire che qualcosa in ciò che è stato condiviso sta risuonando come giusto in te e tu stesso stai riconoscendo di essere quell'Uno che sta in realtà scrivendo proprio queste parole. Tu sei l'immobile Io, l'Eterna Consapevolezza che crea tutto, Tu sei questa Pace che cerchi di stabilire AL DI FUORI di te. Quando vedi questa Pace come ciò che sei, ogni azione sarà solo una manifestazione di essa, ne sarà un riflesso. Quando si dimentica questo fai esperienza di sofferenza e di dolore nella tua vita e nel mondo stesso nel tentativo di trovare se stessi, Pace, in un mondo sempre mutevole.

Questo messaggio può essere capito da chiuque. Non è necessaria alcuna preparazione. È sufficiente che si riconosca che ciò a cui ci si è attaccati è una falsa immagine di sé che stava creando separazione. Quella che è la tua esperienza di questo e di ogni momento è che sei ciò che sta vedendo ogni cosa, incluse queste parole, il luogo in cui il tuo corpo si trova e il gioco interiore della mente. Questo Io che vede tutti i cambiamenti è Pace. Questo Io è lo stesso di tutte le forme, infatti i corpo-mente cambiano, ma questo che li testimonia è sempre l'Io vuoto. Quindi siamo Uno, Io sono Te e Tu sei Me.

Vedere questo è Amore. Un Amore che non è un'emozione ma è la Pace che cerchiamo in noi stessi e nel mondo. Questo Amore ti sta chiedendo di riconoscere Se stesso anche attraverso quella forma così che possiamo viverlo e celebrarlo in questo bel giardino che è la Terra.
Con Amore,
Shakti Caterina Maggi

martedì 7 maggio 2013

Aprirsi all'apertura

E' del tutto normale che quando iniziamo ad aprirci al mondo ne sentiamo il dolore e a gioia perché quelle sensazioni non accadono fuori da noi, ma nel nostro stesso Essere.

Quando eravamo bambini tali sensazioni ci attraversavano in modo totale, senza interruzioni mentali. Eravamo UNO con il fiume che scorreva, con il profumo di ogni fiore. Ma eravamo anche UNO con la rabbia che attraversava la mamma o con la tristezza di papà. Non c'era nessuno schermo immaginario che permettesse a quella sensibilità infinita di ritrarsi. Se iniziavamo a piangere perché sentivamo quella tristezza o rabbia come una contrazione nel nostro stesso essere spesso ci veniva chiesto di smettere, così l'ordine era quello di NON esprimere quello che sorgeva in modo naturale attraverso il corpo. Ci veniva insegnato in quel momento che quella sensibilità era qualcosa di sbagliato e che quelle sensazioni appartenevano ad un qualcuno all'interno del corpo che le stava esprimendo. Il seme del me era stato piantato.

Quando questa idea, di essere qualcuno dentro il corpo, inizia a radicarsi ecco che si forma come una immaginaria barriera tra te e il mondo: non piu cosi sensibile ma sei anche disconnesso da quello che accade attorno a te. Non senti il dolore del tuo prossimo nel tuo corpo, ma neppure il suo amore.

Questa chiusura che ci è innaturale è la fonte della sofferenza nell'esperienza umana: da bambini non eravamo arrabbiati eravamo rabbia, non eravamo amorevoli eravamo amore. Le emozioni erano solo vissute e poi avevano la possibilità di dissolversi da dove erano venute. Non c'era alcuna storia mentale legata ad essa o alcuna idea che quello che veniva sentito avrebbe dovuto essere diverso. Ora che il senso del "me" di un immaginario centro che sente pensa ed agisce si è radicato invece esiste una mente psicologica che descrive le motivazioni le storie e i drammi di questo "me".

Quando cerchiamo questo punto immaginario nel corpo- mente non lo troviamo mai: quello che troviamo sono solo pensieri o sensazioni, e l'idea forse che tali pensieri o sensazioni appartengano ad un qualcuno chiamato "me". L'ego è dunque solo e sempre un pensiero, un concetto, non un qualcuno che davvero vive nel corpo. Questa è solo un'idea che si è radicata nell'infanzia e che viene continuamente rafforzata come reale.

Quella contrazione di paura che sembra darci un punto di rifermento dentro il corpo è la contrazione del "me" che si è stabilita nell'infanzia. Essa puo' iniziare a scardinarsi ad un certo punto, attraverso un evento improvviso oppure una serie di circostanze sia positive che negative: sperimenteremo allora una grandissima apertura che ci porterà a essere di nuovo improvvisamente aperti e sensibili.

Se non abbiamo sviluppato una comprensione chiara accanto a questa intuizione di non separazione, tale apertura potrebbe essere vissuta in modo "negativo" nel senso che sentiremo che siamo molto vulnerabili ma ancora confusi su come gestire tale vulnerabilità. Vorremmo tornare indietro a una situazione di chiusura ma non possiamo farlo perché la radica del "me" è stata scardinata ed essendo falsa non può costituire un punto di riferimento a cui tornare.

La stabilizzazione può avvenire solo se troviamo un punto di riferimento reale che è quel Silenzio che vive attravreso ogni forma e che già testimonia ogni pensiero o sensazione.

Non importa quanto sia orribile quello che stiamo vivendo: c'è sempre qualcosa che testimonia questo accadere e che non resta mai davvero coinvolto in nulla. Se è possibile che l'attenzione torni su questo Silenzio che osserva allora potremo essere sia sensibili al mondo - come accadeva nell'infanzia - senza venire trascinati nella sofferenza perché la nostra attenzione resterà sempre sulla pace che fa da sfondo a ogni cosa.

Quella pace è in realtà la nostra vera natura, il nostro vero Io: il corpo mente accade IN questa pace, in questa consapevolezza vuota. Il me immagina invece di essere dentro il corpo, quando invece dentro il corpo non esiste nessun essere soggetivo al suo centro se non come pensiero. Il corpo mente accade dunque nell'Io come tutti gi altri corpo-mente. Tutto il mondo accade in Te e non viceversa. Ecco perché quando torniamo alla nostra vera natura sentiamo ogni cosa, incluso il dolore altrui in modo più acuto: siamo di nuovo sensibili all'interezza del nostro Essere, alla veirtà che tutto è UNO.

Questa nuova stabilizzazione chiede un poco di pazienza perché si dovrà essere aperti a sentire e percepire quello che sembra un qualcosa di separato da noi come una sofferenza che accade nel nostro essere. Se è possibile restare aperti allora vedremo quella sofferenza che apparentemente è separata da noi dissolversi, in una comprensione d'amore.

In questo modo dunque mediteremo il mondo intero e a quel livello il senso di separazione nel mondo - che non è mai separato da noi - sparirà.
Shakti Caterina Maggi