sabato 30 marzo 2013

La soluzione è nel cuore

http://trainingwithdrellen.com/wp-content/uploads/2012/09/change-greensign.jpgL'incertezza politica, economica e sociale sono solo uno specchio della caduta dei sistemi di controllo  interiori. Il Risveglio accade e l'ego si dissolve bruciando in quel fuoco che la mente chiama paura.

Fuori dalle politiche della mente, infatti la soluzione la si potrebbe trovare nel cuore, attraversando la paura di non avere più alcun controllo e scoprendo che quella paura è in realtà la nostra stessa gioia contratta. 

Quando l'ego dice di dover scendere al compresso di "non avere altra scelta" quello che sta dicendo è di non voler affrontare quel fuoco in cui esso stesso morirebbe... 

Quando quella paura è attraversata allora si apre uno scenario che la mente non avrebbe mai giudicato possibile, che mostra una creatività e intellligenza che la mente divisa non può avere e che appartiene solo alla Vita.
                                                                                                                         Shakti Caterina Maggi

venerdì 29 marzo 2013

La Vita di ogni giorno


A meno che quello che sentiamo sia vero o giusto non sia testato dalla Vita di ogni giorno, quelle idee restano solo chiacchere spirituali. Quando un sogno appare più come un incubo è spesso il momento in cui ci svegliamo ad esso, invece che finire per restarci attaccati nel torpore. L'angoscia che vediamo intorno a noi ogni giorno non è che purtroppo una minima parte di quello che potrebbe accadere se il mondo prosegue in questa direzione... e allora che fare? Scappare nella meditazione è solo una fuga e lottare alla fine mostra la sua inutilità.

Nella mia esperienza è proprio in questo empasse che brucia l'ego. Siamo tutti chiamati ad affrontare le nostre angoscie più profonde nel sapere che non possiamo fare nulla per scacciarle e in quel sentirle ciò che muore è il nostro senso di separazione.
Se l'orrore che vedi attorno a te ti rammenta dello sgomento e della disperazione di questa situazione e lascia una traccia nel tuo cuore, allora quel sacrificio dell'Amore non è inutile.

Siamo guidati dalla paura nella nostra vita e il risultato è quello che vedamo ogni giorno: compromessi, avidità, ingiustizia etc. A meno che sediamo con quella paura essa dominerà la tua e la mia vita per sempre. Ecco che allora che - non come individui ma come Sè che li vive - abbiamo l'opportunità di andare oltre e vedere che ciò che odiamo nel mondo è solo il rfflesso di quello che accade in noi. 
 

sabato 23 marzo 2013

martedì 19 marzo 2013

Il desiderio di lasciare andare

foto di Richard Rohr
"Sono ancora imbottigliata nell'ego, questo posso riconoscerlo. E non riesco a smetterla (che poi anche lì, chi la smetterebbe di fare cosa? ... lasciamo perdere). So di non essere il corpo/mente ma, come dici tu, fino a che questo non è visto, è un giochetto mentale. In alcuni momenti particolari mi sono ritrovata a provare sensazioni tali di benessere e pace mai provati prima, dove qualunque desiderio non aveva più motivo di essere. E quei momenti sono accaduti proprio mentre non ci pensavo neppure. Nonostante questa consapevolezza, non posso impedire che l'insistenza a voler capire per far accadere si presenti. Leggo sempre i tuoi post e quello che dici lo sento così vicino che ho l'impressione di poterlo toccare davvero, per poi non riuscirci, e questo provoca un forte senso di impotenza (e anche rabbia a volte). Eppure sono qui, anzi NON SONO al momento...e a quanto pare non ho altra scelta che lasciare che tutto questo accada.
Un grazie sincero".


Quindi se sei imbottigliata nell'ego, allora l'ego è separato da te, no? Questo è l'inizio del riconoscimento.
Che tu non possa lasciare andare è un fatto perché non c'è una te che possa fare questo lasciare andare o possa fare alcunché, il lasciare andare accadrà quando accadrà. Il desiderio perché questo lasciare andare accada è il preludio del suo stesso accadere e non c'è neppure nessuno che a cui appartenga questo desiderio.

E' chiaro che il corpo/mente è un oggetto per ciò che lo vede, ciò che vede l'oggetto è sempre soggettivo rispetto a qualunque oggetto e come soggetto non può essere sentito o visto o conosciuto nel modo in cui parliamo di queste cose. Richiede un nuovo modo di vedere. L'inganno viene dalla mente che cerca di emulare ciò che di tanto in tanto accade lì quando non c'è nessuna intenzione di cercare di vederlo. Dato che tu già conosci l'inganno esso funziona ancora? LOL

E' anche chiaro dalla tua descrizione di questi momenti che il cercare non si sta più proeittando nel futuro in attesa di qualcosa che già vedi di tanto in tanto: ciò che deve essere realizzato è che davvero non c'è nulla che debba essere fatto per trasformare questi momenti un unico momento eterno.
Ciò nonostante la mente va a riposare con ciò che c'è nel momento, senza più proeittare altro se non ciò che è.  Allora,  il desiderio di comprendere sta sorgendo, ed è così per alcuni e anch'esso in sè è qualcosa di cui non si è in controllo, sta solo accadendo.

Guarda la situazione.... se tu potessi toccare tutto questo o chi dovrebbe fare quel toccare? E' come cercare di baciare le tue stesse labbra!
Ciò che è affermato qui è visto come corretto lì perché la mente sta già prendendosi una vacanza e in quei momenti tu sei QUESTO, nè più ne meno ciò che è qui.
Questo è davvero un messaggio per te stessa LOL

Sì, mi ricordo di quella rabbia e sensazione di non essere in grado di farci nulla, la frustrazione etc... va tutto bene... quando lo guardi retrospettivamente LOL
Sì! Tu sei qui SEMPRE, solo qui.

Non c'è scelta perché non c'è nessuno che abbia scelta.
E' una situazione difficile in cui trovarsi quindi ti lascio le parole di Tony Parsons che disse a Richard Sylvester poco prima del suo risveglio.
"SPERO CHE TU MUOIA PRESTO!"

Con Amore
Avasa

____

Negli ultimi giorni ho passato molto tempo su ebay vendendo delle cose della casa per  svuotarla così da muovermi verso qualunque destinazione l'esistenza mi porti e naturalmente appaiono delle cose che il desiderio mi dice che DEVO AVERE LOL
Molte volte all'ultimo istante qualcuno mi batte e fa un'offerta superiore alla mia di magari solo un penny e quindi non ottengo quel mio DEVO AVERE.
Di certo una volta questo avrebbe portato con se la sensazione di non essere positivo LOL
In questi giorni è solo come stanno le cose!
Se vinco è il volere dell'esistenza e se perdo è la stessa cosa, sorge solo un grazie con una risata.

Se puoi andare a letto la sera accettando con la stessa attitudine il fatto che l'illuminazione non è accaduta oggi O che possa accadere, sei in una ottima posizione.
Puoi addormentarti con un grazie al volere dell'esistenza.
Una cosa è certa che dal punto di vista dell'ego, sei finita se non accade e se sei finita (del tutto) se lo fa LOL
con amore,
Avasa


venerdì 15 marzo 2013

Io sono te Amore mio



Non c'è nessuno qui, neppure me

Sempre sono nel tuo abbraccio, Amore mio.
Solo, continuo a scordarlo.

Remo la mia barca avanti e indietro nelle tue acque immobili,
cercando di andare da qualche parte

Ritrovandomi ad annegare nella vastità del momento
Perduta nel non sapere nulla. Che grande sollievo!

Ricordando di nuovo,
che non c'è nessuno qui, neppure me
Solo il tuo abbraccio
E io sono te Amore mio,
o diciamo solamente

Io sono.

Rubai

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Essere senza desideri


14/7/2009 

C'è un desiderio che sorge nella forma umana che è più forte di tutti gli altri desideri, un desiderio di cui tutti gli altri desideri sono solo una versione annacquata. Questo desiderio è il desiderio di essere senza desideri, di essere assolutamente privi di quell’energia che sorge e che viene vissuta  come desiderio. Quando eravamo bambini piccoli siamo stati in questo essere senza desideri, ma questo stato naturale originale è stato perso quando ci è stata impiantata nella mente  l'idea del tempo da parte degli adulti che vivevano intorno a noi. Ci hanno insegnato che un altro momento, che in verità non esiste, conteneva qualcosa di più del momento in cui eravamo presenti e un senso di mancanza è sorto all'interno di quello che era essenzialmente un'esperienza piena e completa. Da allora in poi abbiamo perso quell’essere senza desideri che fino a quel punto ci aveva accompagnato sempre e siamo divenuti estranei al nostro stato naturale.

Quindi c'è anche un conflitto con il desiderio di essere senza desideri in quanto comporta la morte di colui o colei che al momento ci si immagina di essere. Quello che siamo veramente è completo e sempre presente, ma quello che immaginiamo che sia il nostro sé è per sua natura incompleto e deve rimanere tale per poter sopravvivere. Questi  vive nell'immaginario passato o futuro come un immagine nella mente che si aggrappa a se stessa. Ciò che desideriamo più è l'assenza di noi stessi  in quanto immaginari esseri separati visto che come tali c'è sempre conflitto e sofferenza. Queste cose sono presenti perché in realtà separazione non è vera di noi e fino a quando colui che immaginiamo di essere non se ne andrà, il disagio presente in questo concetto resterà.

Questo è il dilemma dell'ego, di colui che è immaginario, il suo desiderio più profondo è quello di morire all'illusione di se stesso ed essere libero, dato che intuitivamente ogni essere umano sa che la libertà significa essere liberi dall'illusione di essere degli individui separati. La vera libertà è libertà dall'individuo immaginario, non è la libertà dell'individuo.

Quando il concetto di ego è considerato come vero, questo desiderio è di primaria importanza dato che c'è sofferenza in ogni momento della propria vita dell'illusione che si ha di se stessi.

Anche se uno può ingannare gli altri facendogli credere che vera felicità o l’illuminazione siano accaduti  uno non può ingannare se stesso perché ci sarà la sensazione di qualcosa che manca nell’esperienza di ogni momento. Che cosa è sentito come mancanza è l'assenza della totalità che era presente nell'infanzia, prima del cadere nell’illusione della apparente separazione.

È questo senso di mancanza che dà luogo alla ricerca. Questa ricerca continua ad accadere in ogni forma umana fino a quando questo senso di separazione scompare quando si è visto che colui o colei che ci si immagina di essere non è un'entità reale, ma semplicemente un'altra attività che sorge  nella coscienza, un altro pensiero che appare.

L’io o il me che ci si immagina di essere è un'illusione, un'idea, e come tale non è mai sicuro, è sempre sotto la minaccia delle circostanze mutevoli in cui si trova e quindi per quest’uno la vita è terribile. Il me cerca comfort e sicurezza in ogni momento, esso è sempre alla ricerca di un'immagine meglio costruita di se stesso nel suo desiderio di essere qualcosa.

La verità è che non siamo un qualcosa ma ciò in cui il qualcosa fa la sua comparsa. Noi siamo il soggetto non l'oggetto, il testimone dell'immagine e non che l'immagine stessa. Come questa testimonianza siamo sempre presenti e immutabili, a differenza di ciò che è stato testimoniato che è sempre mutevole e diverso in ogni momento. Come colui che ci immaginiamo di essere siamo sempre in un processo di divenire ma come ciò che siamo veramente siamo solo Essere, sempre presenti e senza tempo.

Quando l’Essere è riconosciuto come la verità di se stessi allora c'è di nuovo interezza senza alcun senso di essere qualcosa o qualcuno e si vede che questa assenza di una qualsiasi immagine è in realtà la presenza eterna, la nostra vera natura. All'interno di questa presenza tutto ciò che appare lo fa come Uno e questa Unità è se stessi.

Avasa

mercoledì 13 marzo 2013

La ricerca

8.10.2008 

Come ricercatori spirituali stiamo cercando, perché c'è la sensazione di qualcosa che manca nell’esperienza del corpo/mente. È questo senso di mancanza che dà luogo alla ricerca, l'azione della ricerca non è in alcun modo personale. In essa non c'è nessun ricercatore in quanto tale, ma semplicemente l'azione di ricerca causata dalla sensazione di una mancanza di qualcosa. Si manca di riconscere ciò che è già presente e ciò che è trascurato è allora cercato come se si trovasse altrove. Ciò che è presente è il nulla, che è la sorgente di tutte le cose, ma poiché la sua natura è assente di ogni descrizioni quando viene cercato lo è come se fosse un qualcosa e quindi non può essere riconosciuta per ciò che veramente è. Il nulla, quando cercato come un qualcosa, viene ignorato anche se è sempre presente.

C'era un tempo per ognuno e ciascuno di noi in cui questa azione di ricerca non sorgeva perché  non c'era alcun senso di mancanza. Il motivo per cui non c'era alcun senso di mancanza era perché c'era un riposare nell’Unità. Da bambini piccoli questo era vero per ciascuno di noi e fino a tale momento - prima che si affermasse nella mente l'idea che ci fosse un agente delle azioni eseguite tramite il corpo – quest’Uno era conosciuto in modo diretto.

La ricerca è cominciata nel momento in cui questo senso di Unità è stato perso. Si è perso nell'istante in cui la mente è riuscita a individuare un essere immaginario all'interno del corpo responsabile di ciò che il corpo faceva e dei pensieri che apparivano in quanto mente. Prima della formulazione di questo concetto non c’era nessuna idea che qualcuno fosse presente come autore di ciò che stava accadendo.

La creazione di questo personaggio immaginario all'interno della mente segna il momento della separazione all'interno di ciò che è essenzialmente un'Unica Coscienza ininterrotta. Questo essere immaginario non è altro che questo, immaginazione.

Quando l'Unità stessa ha perso di vista se stessa si è cominciato a creare un’identificazione con ciò che è presente e dato che il corpo/mente è presente in tutte le circostanze dell'esperienza umana è del tutto naturale che ci si identifichi con esso e si reclami di essere il corpo/mente. Ciò che sta compiendo quell'identificazione è la Coscienza impersonale stessa. Una volta che la realizzazione avviene e l'attenzione si riposa nel vedere l’Uno, allora la ricerca volge al termine.

Ci sono molti suggerimenti su come arrivare a questa realizzazione che è in realtà il nostro stato naturale, ma tutti essi sono destinati a fallire in quanto presumono fin dall'inizio che ci sia  qualcosa a cui arrivare e qualcuno a compiere quell’arrivare, quindi essi stessi rafforzano proprio ciò che affermano di voler rimuovere, il senso di un “me” personale. Fintanto che il  'me' è presente cercando di rimuovere se stesso per raggiungere questa unicità onnipresente - che non può essere vista a causa dell’identificazione con il concetto del 'me' – questo concetto continuerà ad essere presente e così anche l'azione di ricerca continuerà a sorgere.

Il riconoscimento che ciò che è cercato è sempre presente e non in un momento futuro mina alla base l'idea di un obiettivo o un percorso per arrivare ad esso. L'attenzione allora inizia a passare sempre più tempo semplicemente nell’essere presente a ciò che è, invece di proiettarsi in un immaginario altro momento nel futuro. In questo modo l'energia, che in precedenza era stato proiettata fuori, inizia a passare più tempo a riposare nel presente e quando tutta l'energia cessa di alimentare l'idea di un futuro o passato, allora tutto quello che rimane è l’eterna presenza, che è colta come ciò che era stato cercato tutto il tempo.

Non c'è assolutamente nulla che possa essere fatto per realizzare tutto questo, esso giunge se o quando l'azione della coscienza sorge in tal modo. Smettere volontariamente di cercare è anch'esso inutile, in quanto anche tale azione avrebbe  una intenzione dietro di sè e quindi non potrebbe portare al riconoscimento di una presenza che è senza causa e non intenzionale. Una volta però si è visto chiaramente che tutta la ricerca è semplicemente un'azione della coscienza - che si è  identificata con l’idea di essere un qualcosa e si ignora dunque in quanto sempre presente nulla, e quindi non si riconosce in quanto tale - allora inizia la dis-identificazione con l'essere un ricercatore e si dissolve l'idea di un autore delle azioni.

Ciò che si è cercato non è una cosa, non è un'esperienza di qualunque tipo, ma l’Uno che vede la comparsa e scomparsa di ogni e qualsiasi esperienza all'interno di se stesso. Quest’Uno è sempre presente al di  fuori del gioco del tempo e osserva l'andirivieni delle cose nel tempo. Questo è quello che è stato cercato ed è ciò che si è. Quest’Uno solo si manifesta come tutte le forma e tutte le esperienze.

Questo non può essere trovato attraverso la ricerca dato che l'identificazione con l'azione presuppone che ci sia qualcosa da essere cercato e trovato, e che ci sia un qualcuno a fare la cerca, ed è proprio questo ciò che impedisce il vedere ciò che si è. Ciò che  rimane quando tutta l'energia proiettata nella ricerca finisce è questo nulla, che esisteva già prima della comparsa di ogni energia.

Questo nulla è alla base di tutto ed è la risposta ricercata, da solo è in grado di riconoscere se stesso direttamente, non richiede alcun intermediario o mezzo o sforzo di qualunque tipo.

L’Amore non ha bisogno di oggetto. L’Amore è ciò che non conosce alcun senso di dualità. Nessun senso di alterità. Quando l’Amore è vero di noi allora tutto è visto essere Uno e in questo riconoscimento la ricerca finisce.

Avasa

Illuminazione di massa


9/4/2011

Si parla molto in questo momento di risveglio di massa, illuminazione, qualcosa che in precedenza sembrava essere stato un evento piuttosto raro e che sembra adesso stia diventando la norma.

Può darsi che questo accadrà, o persino stia accadendo,  ma prima del suo accadere  al cosiddetto livello individuale è necessario che si faccia chiarezza su molte idee di cosa questo significhi. Di sicuro porterebbe un cambiamento nella coscienza umana e un rapporto più aperto e amorevole tra gli esseri umani e anche con la terra stessa perché è impossibile riposare nella realizzazione dell’Uno e agire come se la dualità fosse vera.

Resta il fatto comunque che l’Uno è sempre, già, il caso e quindi in quel senso l’illuminazione di massa è già accaduta e sta già accadendo, c’è sempre stata. C'è solo illuminazione, il gioco dell’Uno  si manifesta come apparente dualità.

Tutto ciò che è richiesto è che si veda chiaramente che non c'è nessun NOI, l'intero concetto del NOI si applica e si basa sul presupposto della separazione. Non siamo molti ME che vivono in forme separate ma lo stesso preciso Uno che vive in tutto, e dato che questo è il fatto della situazione, l’Unità è già il caso.

Ciò a cui ti riferisci quando usi la parola “me” è ciò a cui mi riferisco quando è usato qui, è infatti che lo stesso Uno che si relaziona a se stesso. Ogni volta che la parola IO o ME viene utilizzata, sia verbalmente o come un pensiero che sorge, è l’Uno che si riferisce a se stesso. Ciò a cui è riferita è la Consapevolezza silenziosa da cui appare l'azione del me e nel quale si scioglie nuovamente, dal silenzio nel silenzio. Questo è sempre già il caso.

Attendere del tempo per l’accadere dell’illuminazione di massa o risveglio di massa in questo caso non è una necessità perché esso non è in alcun modo dipendente dal tempo. L’eterno è sempre stato ed è sempre senza tempo, è di fuori del tempo, prima di esso in un certo senso, e come tale è ciò in cui il tempo trova la sua esistenza.

TU sei questa atemporalità, tu sei qui ora, nulla più deve essere aggiunto a questo per renderlo più illuminato e come tale l’illuminazione di massa è  già un fatto, dunque è già il caso. E’ già accaduta, accadrà sempre, siamo già Uno.

Risvegliati a questa realizzazione di ciò che già è e il mondo si risveglierà. Il mondo di immaginari altri è illuminato nella tua illuminazione.

Avasa



lunedì 11 marzo 2013

Morire a se stessi e rinascere alla Vita

Tu sei quel senso di mancanza che senti. Quando la mente cerca di riempirlo con un oggetto, lo fa perché sa che stando con quel senso di mancanza tu spariresti.

Quel buco nero da cui sfuggi è l'assenza che si riempe del mondo intero, l'Amato, quando non c'è più fuga o ricerca.

Questo è il dilemma dell'ego che vuole quello da cui sfugge. In questo fuoco tu muori, diventi un sacrifcio dell'Amore a se stesso.

Morire a se stessi e rinascere alla Vita, in cui finalmente l'individualità delle forme è celebrata senza la sofferenza di sentirsi frammentati e dispersi nell'illusione della dualità.

Quando il processo è finito ti chiedi davvero quale fosse il problema. Ciò che soffrivi era solo e sempe un'illusione. E' tutto un gioco... un gioco del Divino con se stesso.