venerdì 12 aprile 2013

La nuova politica siamo noi


Un articolo che ho pubblicato sul sito Dioni e che ripubblico volentieri. 


“Al mio avversario dico: combatto le tue idee ma sono disposto a dare la mia vita per che tu le possa esprimere” (Voltaire)
E’ tempo che politica non sia solo una parola che fa rima con burocrazia o corruzione. La questione della polis, della comunità, deve interessare di nuovo la comunità. E’ bello vedere come accade ormai nel piccolo e nel grande: stiamo tutti sentendo questa chiamata a riprenderci in mano un mondo separato e sofferente. Non con la violenza, ma con la comprensione che nasce dall’aver sofferto la violenza subita o agita; non con la lotta, ma con l’intelligenza che nasce dopo essere stato sconfitti (o peggio, aver apparentemente trionfato) e aver visto che nella guerra non ci sono mai vincitori.
Il nuovo non può nascere da una rielaborazione del vecchio, deve scaturire da paradigma completamente diverso, non quello del “do ut des”, o del “occhio per occhio dente per dente”, di chi ha ragione e chi ha torto. Ogni esercito ha sempre Dio dalla sua parte. E’ fondamentale che ci svegliamo al fatto che quello che odiamo o non gradiamo nel mondo è SOLO un nostro riflesso, oppure ogni azione che intraprenderemo sarà esclusivamente una reazione, l’ennesima, con un nemico allo specchio.
La partecipazione civile e democratica alla politica non può essere più scissa da una comprensione profonda che non siamo separati, mai, che il nostro nemico siamo noi, che la garanzia che chi non la pensa come noi possa esprimersi è la certezza che stiamo vivendo autenticamente dalla libertà. Libertà da noi stessi, da quelle piccole prigioni in cui ogni giorno perpetuiamo i nostri rituali di paura. La Vita ci chiama a sacrificare la nostra paura e vivere dalla gioia. Siamo pronti?

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