venerdì 1 giugno 2012

Oltre amore e odio, Io sono


" 'Non puoi fare nulla per evitare che Caino uccida Abele a meno che tu non veda che sei sia Caino che Abele'. Quello che non capisco è l'utilità di questa frase... anche quando sai che sei sia Caino che Abele... l'amore in tutto questo dov'è??... Anche quando so che io e te siamo la stessa persona... l'amore dov'è?...porta il secchio alla fonte e taglia la legna...".
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Ciao!

Dipende quello che intendi per amore. Di solito "amore" è una parola che usiamo per descrivere una emozione, o una passione, o una attrazione. L'Amore è tutt'altro. Amore comprende tutte queste cose, e anche tutti i loro opposti. Perché Amore è proprio vedere che l'altro non esiste... ma sei tu. Non significa essere "la stessa persona" perché non c'è una persona, e proprio questa realizzazione che non c'è una persona da nessuna parte E' Amore. Quindi per rispondere alla tua domanda, non "serve" a niente.

L'Amore non serve a nulla, ma quando lo perdiamo di vista c'è sofferenza. Perché quando lo perdiamo di vista frammentiamo  qualcosa che sostanzialmente è un Unico Essere in più parti. Ecco perché quando questo  accade ci sentiamo divisi, spezzati, e sentiamo che ci manca qualcosa. Quello che ci manca è il nostro vero Sé, noi stessi. Ci manchiamo e quindi sentiamo dolore e cominciamo a cercarci. A volte lo facciamo nell’altro, nel nostro compagno o compagna, a volte nella nostra guida o insegnante. Cerchiamo qualcosa che ponga fine a quel senso di incompletezza che è così doloroso. Ma se lo cerchiamo nell’altro perdiamo il punto. 

Potremmo continuare a farlo tutta la  vita, ma quel senso di incompletezza non finirà mai del tutto. Nessun amante, nessun compagno o compagna, nessun guru o insegnante potrà mai farti sentire amato o amata.  Mai del tutto. Però se vedi te stesso negli occhi del tuo amante, nello sguardo del tuo maestro, allora c’è amore. Quando vedi la tua ombra in chi odi, quando cogli la tua stessa rabbia in chi ti vuole fare del male allora sai cos’è Amore. Allora SEI Amore. 

Quando vedo che tu sei me, che tutto quello che amo o odio di te è me stesso, me stessa, non posso più avere paura. Se dico di “amarti” e vedo che tu sei me, non avrò paura che tu vada via perché so che con chiunque tu sia io sarò lì. Se dico di “amarti” non dovrò possederti ma ti lascerò libero o libera di essere tutto quello che sei perché saprò che in qualunque modo tu sia quello è come io stessa, io stesso sto apparendo. Saremo uniti in un luogo che è molto più profondo del corpo o della mente, ma nello stesso Essere. Questo Amore è del tutto impersonale e all’interno di esso si dispiega l’intera Vita con tutti i suoi colori, forme, i tuoi drammi e commedie.

Quando vedo che tu sei me,  se dico di “odiarti” quello che sto vedendo è riflesso allo specchio tutto quello che non mi piace di me stesso, di me stessa. Ogni cosa che penso che tu sia sarà solo un riflesso di una etichetta che sto mettendo su di me.

Solo quando vedo me stessa, me stesso in te  allora ti vedo davvero. Allora ti “amo” davvero. E allora potrebbero continuare a piacermi o meno alcune forme (magari per una questione di chimica oppure di caratteristiche diverse e incompatibili) ma nello sfondo ci sarà comunque Amore. Alcune forme potrebbero non andare d’accordo con questa forma, ma non si perderebbe di vista il fatto che tutto quello che accade è solo un unico movimento di un unico essere. Caino e Abele, l’abusatore e la vittima sono tutti e due me. E quando vedo che sono entrambi e non mi identifico con una parte allora c’è la possibilità che non spezzandomi più in due quella sofferenza non debba più manifestarsi nel gioco della Vita. O magari continua ad accadere ma ci sarebbe una profonda accettazione che tutto quello che accade è perfetto e necessario. 

Nel Bhavagad Gita Krisna dice ad Arjuna “ Colui che pensa di uccidere e colui che pensa di essere ucciso vivono entrambi in una illusione”. Quando pensi di  essere una parte e non l’altra sei in una illusione e soffri. Soffri quello spezzare un unico Essere in due.

Quando vedi te stesso nell’altro, sia nel bene che nel male, allora c’è SOLO Amore. E la Vita continua in modo del tutto ordinario. Come dici tu, spacchi la legna e porti l’acqua come recita il detto zen. Non è che improvvisamente ti metti ad abbracciare tutti quelli che incontri (a meno che questo non sia quello che ti va al momento  ). Non è che improvvisamente tutti ti piacciono. Alcune forme continuano a non piacerti e altre sì. Ma l’Amore non viene mai meno. Non c’è biasimo o senso di colpa, ma compassione. La Vita prosegue come prima con i suoi su e giù, con i suoi drammi e vicende ma da qualche parte sai che anche coloro che sembrano volerti fare del male sono te. Che coloro che sembrano volerti aiutare sono te.

Non ci sono più grazie personali allora, e neppure parole di biasimo. C’è una gratitudine per il fatto che tutto è perfetto così com’è ed è parte della danza della Vita.     
Caino uccide Abele ed entrambi sono te. Se quell’accadere ti dà sofferenza l’unico modo di evitarla è svegliarsi a questo fatto che essi sono riflessi della tua stessa Coscienza. Se questo avviene forse quello specchio si spezzerà e la vita potrebbe anche manifestarsi in modo diverso. Siamo tutti chiamati a questo in un certo senso. La Coscienza, la stessa, che vive attraverso queste forme sta attraversando un momento critico in cui il sogno del mondo sembra sull’orlo del collasso. Magari non tutti sono sensibili a questo perché troppo presi dalla loro vita “personale”. Ma la nostra vita “personale” non è disgiunta dalla nostra vita collettiva. Tutto è Uno.

A meno che questo messaggio non sia compreso, non a livello mentale, ma visto direttamente l’uomo potrebbe estinguersi come specie. Lo hanno detto molti in passato. Io non so se accadrà una fine del mondo, ma quello che è certo è che la fine del mondo succede quando il corpo muore. E un giorno sarà vero di te e di me in ogni caso. Potere vivere ogni istante consci di chi siamo davvero cambia profondamente la qualità della Vita, perché non c’è più ragione di avere paura. Ed è la paura che ci divide, è la paura che ci fa soffrire. Paura è senso di separazione.

Non posso avere paura di te se vedo che tu sei me.
Grazie della tua domanda. Un carissimo saluto
Shakti

21 commenti:

Massimo Villivà ha detto...

Allora qualunque cosa succeda non fa differenza, compreso l'estinzione dell'umanità o la tortura su bambini di quattro anni. Lo trovo logico e accettabile (dal punto di vista logico, naturalmente). Sono tutti riflessi della stessa Coscienza, che è Amore ...
A che pro cercare di evitare una sofferenza che è illusoria? Tanto vale non chiamare nemmeno la polizia. Meglio rendersi consapevoli che Tutto è Uno. Nell'Amore, naturalmente.
Perché se chiami la polizia, vuol dire che dai retta alla commedia, assecondi il sogno della separazione. Se invece diventi consapevoe che tutto è Uno nell'Amore, anche i bambini torturati e affamati non ti daranno più nessun problema. Naturalmente l'ideale sarebbe che tutti diventassero consapevoli che siamo una sola Coscienza ... dimodoché nessuno torturi più bambini ... ma basta uno squilibrato che non si renda conto che tutto è Amore, per creare problemi ... e purtoppo gli squilibrati sono tanti ... ma naturalmente questi problemi fanno parte del sogno della separazione ...
D'altra parte la Bhagavad Gita è chiarissima ... puoi uccidere, squartare, mutilare, provocare guerre su guerre (secondo gli iperbolici calcoli degli antichi induisti la famosa battaglia di Kuruksetra provocò 640 milioni di morti ... ovviamente cifra di fantasia), tanto è tutta illusione ... nessuno muore veramente ... tutto è Amore ... puoi uccidere, se te lo chiede Krsna.
O Dio. O Maometto. E compagnia cantando.

Shakti ha detto...

Ciao Massimo
cfredo che ci sia un travisamento totale di quello che ho scritto. Non ho asoslutamnete detto che vada bene squartre o uiccidere nessuno ci mancherebbe! quello che sto dicendo è che PURTROPPO le leggi contro l'omicidio ad esempio non impediscono neppure con la minaccia della pena di morte che alcuni facciano del male ad altri. Negli Stati Uniti nonostante la pena capitale gli omicidi continuano... come mai? Perchè c'è ignoranza ed è da lì che nasce tutta quella sofferenza. Neppure per un istante permetterei ad un bambino di esesre ferito, e di certoi correrei in aiuto o chiederei aiuto alla polizia o a chi mi puo aiutare nell'impereder quella violenza. E quell'atto nascerebbe porprio dall'Amore che si muove in modo spontaneo nella preservazione della vita. Il fatto che non ci sia qualcuno che muore, non toglie che una forma sia preziossima perchè è lo strumento stesso della Coscienza per vivere la Vita. Grazie del tuo apputno perchè così dai modo di spiegare meglio. Quello che è l'accento del post è sul fatto che noi stessi, io e te, manteniamo quel dolore nel mondo tutte le volte che viviamo dal senso di separazione. Non è certo una scusa per fare del male, ma anzi per dissolvere quella sofferenza. Spero di essere stata chiara. Un caro saluto Shakti

chayan07 ha detto...

"... basta uno squilibrato che non si renda conto che tutto è Amore per creare problemi...".
Quello squilibrato chi è? Nella "non separazione" chi è? Un extraterrestre di un'altra Coscienza planetaria? Chi è??
Chieditelo, Massimo.

Massimo Villivà ha detto...

@ chayan07

Non so, dimmelo tu. Forse una parte della mia coscienza cattiva. O della tua. O di tutti.

@ Shakti

Non ho travisato nulla. So benissimo che non intendevi dire che va bene fare del male a qualcuno ... ci mancherebbe.
E' che il male accade.
Tu dici: "Il fatto che non ci sia qualcuno che muore, non toglie che una forma sia preziossima perchè è lo strumento stesso della Coscienza per vivere la Vita". Questa cosa è in contraddizione con la Gita dove Krsna dice proprio che le forme non contano nulla. Non a caso Krsna si fa chiamare anche il Distruttore dei mondi.
Questo universo è fatto di forze costruttrici e distruttrici. Il dolore è inevitabile perché noi, piccole forme transitorie ci siamo presi in mezzo. Quando siamo percezione pura, nulla più ci tocca. Sentiamo che tutto va bene così com'è, compreso la sofferenza... se l'umanità si sentisse sempre così, in blocco, non avrebbe bisogno di agitarsi tanto ... il mondo sarebbe un ashram globale ... ci estingueremmo con un senso di pace e serenità ... non è detto che sia un male. Anzi.

Massimo Villivà ha detto...

@ Shakti

Aggiungo che non è mia intenzione fare polemiche sterili. Sto solo cercando di capire ... Come ho scritto in un commento a un post di questo blog io stesso ho avuto, molti anni fa, una specie di esperienza di IO "assoluto". All'epoca mi ero terrorizzato, adesso, le (rare) volte che mi capita, quasi mi piace ... è tutto così strano... quello che voglio dire è che in quei momenti potrebbe effettivamente succedere qualunque cosa e sarebbe come se non succedesse a "me" ... IO non è toccato. Questo è tutto quello che so.
Non riesco a farne una questione religiosa, è un mio limite, anche se questo fenomeno mi affascina tantissimo...

Shakti ha detto...

ciao massimo,
neppure io ne faccio una questione religiosa. Il fatto che citi Krisna e Arjuna non significa che sposi in totot quello che è scritto in quei testi o le nterpretaizoni che sono date.
E' verissimo che se vedi chi sei, e questa è la mia esperienza diretta anche in questo momento, c'è sofferenza, ma non c'è nessuno che soffra quella sofferenza. Vedere questo crea distacco e comprensione che la sofferenza in alcune forme è parte del gioco della vita e serve a dissolvere ignoranza. Questo non toglie che a meno che questo vedere non sia accompagnato anche da compassione, resta arida filosofia. Tu sei Vuoto ma sei anche ilò Tutto. Ed è da quella compassione che queste parole sorgono. Spero adesso di essere stata più chiara grazie ancora di aver sollvatp il punto.

Francesco ha detto...

Shakti tu scrivi:
VEDERE QUESTO CREA DISTACCO E COMPRENSIONE CHE LA SOFFERENZA IN ALCUNE FORME È PARTE DEL GIOCO DELLA VITA E SERVE A DISSOLVERE IGNORANZA
*****
ma cosa puo interessare a me di essere ignorante o non ignorante?
E' davvero qui la questione????

Quello che a me interessa davvero... è il non sentire neanche un altro attimo di emozioni/sensazioni negative da qui all'eternità....di qualsiasi altra cosa non me ne importa nulla.
E vale la stessa cosa per tutti gli esseri senzienti (compreso animali e vegetali)...solo che non lo sanno... benche sia una cosa molto chiara da comprendere e che trascende tutte le altre.

Ma che me ne faccio io davvero, del non essere ignorante????

Qui siamo a qualcosa di simile, del trovarsi nel deserto a morire di sete, e qualcuno viene a dirci.. non preoccuparti fra poco ti sa regalato un materasso.
Ma se io ho bisogno di acqua...ma che me ne faccio del materasso?

Massimo Villivà ha detto...

@ Francesco

E se ti dicessero che è impossibile non sentire neanche un attimo di emozioni/sensazioni negative da qui all'eternità?
Quello che chiedi è impossibile ...
La sofferenza è la base della percezione ... il divenire è il motivo per cui le emozioni/sensazioni fluttuano.
Il Buddha cercava la cessazione del divenire (nirvana).
Finché sei nel divenire (samsara) sei nella fluttuazione e quindi nella sofferenza.
Non se ne esce. Puoi uscire dalla sofferenza solo se ti illumini.
Ma esiste questa illuminazione? E se esiste, è permanente? Si "sperimenta" dopo la morte?
Una marea di interrogativi senza risposta?

Francesco ha detto...

ma se è impossibile...allora di quale amore ... stiamo parlando?

Decidiamo noi di essere illuminati o non illuminati?


Ammettendo poi che tu sia Buddha e sia illuminato ed io ti abbandoni nel deserto, senza acqua, cibo e niente altro.

Domanda:
dopo 10 giorni che sei li, benche tu sia illuminato, tu soffri la sete, la fame, il caldo, il freddo?

Shakti ha detto...

francesco,
ignorare chi sei E' sofferenza.
conoscere chi sei è vivere nell'amore che non è una emozione ma il non sentirsi separati quindi l'assenza di paura.
se lasci un corpo dieci gironi nel deserto senza cibo e acqua muore. ciò che vive quel corpo però, ovvero coscienza, non muore. solo che non avendo un corpo non fa esperienza della vita.
come mai ti focalizzi su queste immagini così truculente? hai una vivida immaginazione :-)

Francesco ha detto...

Non è un fatto di immaginazione, ma come ripeto.... il non sentire sofferenza fisica/psicologica (stati emotivi/sensitivi negativi), è il primario obbiettivo di un essere senziente.
Il secondo ...è sentire stati emotivi/sentivi positivi.

Sono queste le uniche 2 cose che perseguiamo in tutta la nostra esistenza.
Ogni altra cosa è subordinata .....ed anche superflua.

Se io ti faccio del male fisico... e tu cerchi di difenderti reagendo o chiami la polizia, allora significa che anche il :
risveglio,
la disidentificazione,
il ricongiungimento del SE,
l'essere in uno stato dove vi è assenza di paura
ecc
...non hanno superato la questione fondamentale.
Lo sarebbero se ....nel momento in cui io ti abbandoni nel deserto, senza acqua e cibo .....tu avresti possibilità di essere felice, piena di gioia ed in uno stato di benessere supremo.

La morte del corpo in se per se, in realta non è indice di nulla.
La morte la consideriamo qualcosa di brutto, poiche a livello sopratutto istintivo..... la associamo a stati emotivi/sensitivi negativi.

A me personalmente da un punto di vista razionale, di morire non me ne è mai importato nulla.
Pero a livello istintivo se qualcuno tenta di uccidermi, io cerco di scappare.
Se io fossi convinto anche a livello incosciente ed istintivo.... che la morte del corpo, fosse qualcosa di bello...fra 5 minuti andrei a buttarmi giù da un palazzo di 100 piani.
E stessa cosa farebbero tutti.

Shakti ha detto...

francesco ti sfugge il punto.
la conservazione fisica del corpo è un fattore biologico è il corpo stesso che si difende.
accade anche quando vedi che no sei il corpo ed è bene che accada perchè il corpo è davvero il tempio del divino.
non è possibile che tu non abbia paura della morte fino a che ti senti un qualcuno, magari non sei in contatto con questa paura ma ci deve essere. ad esempio mi sembra chiaro leggendo le tue domande che tu abbia molkta paura di perdere le tue emozioni.. magari mi sbaglio.
saluti e buona serata

Francesco ha detto...

Io è proprio delle emozioni/sensazioni negative che vorrei liberarmi e perderle per sempre.
E questo non vale solo per me, ma per chiunque.

Se accettiamo il fatto che tali stati sensitivi non possono esistere in eterno, senza alternarsi con il loro contrario...e che quindi se esistono gli uni, ci deve essere un tempo per cui devono esistere gli altri di segno opposto, rifiutando i primi, dovremmo rifiutare anche i secondi.

Quindi la mia paura e semmai, il contrario di perdere le mie emozioni e sensazioni.

Shakti, anche tu vorresti liberarti in eterno da qualsiasi emozione/sensazione negativa, sia di natura psitica che fisica.
E' vero o mi sbaglio?

Shakti ha detto...

Non puoi liberarti dalle emozioni negative, perchè esse fanno parte della vita. Alcune vannno da sole perché sono legate al me, altre invece restano come rabbia o tristezza. Ma non sono sofferte.
Insomma non devi diventare disumano solo non soffri quello che accade, sei in accettazione.

Francesco ha detto...

si ma il fatto che resta la tristezza, significa che io SENTO la tristezza anche dopo il risveglio?

In tale ipotesi, se la sento, è un controsenso dire che non è sofferta, perche altrimenti non la sentirei.

Quindi cos'è che non ho capito?

Shakti ha detto...

Potresti sentire tristezza perchè è parte della Vita e dell'essere umani. Ma non la soffriresti ovvero non ci sarebbe un non voler lì. Quando in effetti accetti sensazioni come la tristezza non sono spiacevoli, è la storia legata alla tristezza che genera sofferenza, è il non volerla sentire il problema.
Buona giornata

Francesco ha detto...

Si ma se tu avessi un maldidenti terribile, riusciresti ad accettarlo?
In caso affermativo, poi scomparirebbe?

Shakti ha detto...

Francesco
come ti ho risposto già moltissime volte, il dolore è testimoniato ma questo non vuol dire che uno non prenderebbe un antidolorifico se sente male... tale testimonianza non impedirebbe di andare da un dentista.
Datp che ti ho già risposto molte volte alla stessa identica domanda ti suggerisco di rileggere le precednti risposte. Dato ka tua continua insistenza su dolore fisico e fantasie truculente o sadiche mi domanderei come mai sei ossessionato da queste cose. Credo che questo sia piuttosto un punto su cui riflettere. Indulgere nellòe fantasie mentali non è sano.

Shakti ha detto...

Non è sano nel senso che ti porta in un mondo concettuale che ti aliena da te stesso. tu sei il testimne di queste strambe fantasie, e non il suo soggetto. Se cerchi pace nella tua vita e credo che tu la cerchi quella pace è il testimone di ogni sensazione e pensiero della mente. NON è una sensazione, è ciò che testimonia le sensazioni. Se non riesci a cogliere questa spiegazione la cosa migliore non è insistere intelletualmente, ma restare in contemplazione di questo non capire. fare altri esempi mentali non serve a nulla, la risposta è sempre la stessa. buon proseguimento

Francesco ha detto...

Io faccio solo degli esempi, per centrare le questioni e chiarirle.
Ma se voi anzicche guardare la luna, guardate il dito...probabilmente non leggete quello che scrivo e/o non ne capite il senso.
Le cose che scrivo.. e con fatica cerco di renderle più chiare e semplici possibili, non si trovano scritte da nessuna parte ...eppure sono VERITA chiare ...che chi le vuol vedere, le puo vedere.

Ora..per testimone si intende colui che osserva un qualcosa e poi puo riferirlo a qualcun'altro.
Almeno questo viene inteso comunemente, con questo vocabolo.

Ma se ho un maldidente atroce, come faccio io a considerarmi un testimone?
Io non sto osservando un qualcuno e riferendo a qualcuno che ho il maldidenti, ma sto sentendo il maldidenti.
Analogamente per qualsiasi altro stato emotivo/sensitivo.

Il fatto di non insistere su questa questione, significa lasciarla non chiarita e crederla per fede.

Come potrei mai sapere io... o qualcuno come me... se voi avete davvero compreso qualcosa che io non compreso....o magari altro?

Negli ambiti religiosi/spirituali ne avvengono di tutti i colori, da sempre.
Quando un padre sgozza a sangue freddo una figlia, perche ha messo i blue jans andando contro i comandamenti religiosi, ci dovrebbe far riflettere su dove è possibile portare la mente umana, con la fede.

Shakti ha detto...

sono d'accordo, la religione è spesso solo un modo di controllare le masse. ma se hai a cuore la violenza che viene perpetrata nel mondo ricorda che essa è solo un rifleso di quella che accade nella tua mente ogni volta che ti dividi, ti separi e immagini che l'altro non sia te. per tornare ai tuoi esempi...
il mal di denti sarà sentito esattamente come in ogni forma che ha il mal di denti. ma è possibile testimoniarlo senza andare nella "storia" di chi ha il mal di denti, che porta con sè l'ansia di non riuscire a guariure per esempio e tutte le nevrosi connesse. come ti ho rispot già molte volte il sentire il dolore non significa soffrirlo, lo puoi sentire senza andare nella storia. questo non significa non sentire dolore, ma non trascinare la storia del dolore nel tempo.