sabato 5 marzo 2011
Desideri
Nessun desiderio è personale. Un desiderio è infatti solo in sè un pensiero, che è osservato dalla Consapevolezza.
Il problema insomma non sono i desideri, ma l'identificazione con i desideri in sè, il credere che appartengano ad un individuo separato. Ogni desiderio di per sè è solo un pensiero che sorge nella Consapevolezza. Molti dei nostri desideri si basano su falsi bisogni incentrati sul concetto del me. Quando questo concetto è visto nella sua illusorietà restano i desideri e bisogni direttamente connessi alla sopravvivenza del corpo mente o alle caratteristiche precipue della forma. Essi scorrono in modo naturale senza tensione di realizzazione come se la loro manifestazione fosse l'orgine della pace.
Di solito, se il concetto di me è ancora presente, ci sarà anche un altro pensiero che segue, ovvero "questo è il MIO desiderio". Immediatamente ci sarà allora la paura che questo desiderio non si avveri in quanto non si riconosce che il desiderio è impersonale. Ci sarà tensione dunque nella realizzazione del desiderio, sforzo e fatica. Questo perdurerà fino a che quella tensione non sarà così insopportabile che il desiderio in sè cadrà, lasciando spazio ad un senso di resa. In quella resa, se quel deisderio appartiene alle caratteristiche della forma esso si realizzerà come avrebbe fatto in ogni caso se non ci fosse stato l'intereferire della mente attraverso i dubbi e la sensazione che senza il "me" nulla puo' esesre fatto. Altri desideri invece, che si incentrano sul me svanirebbero in quanto "falsi bisogni".
A livello profondo quella tensione insita nel desiderio viene da un desiderio più profondo che è quello di essere di nuovo in contatto con l'Uno. se fosse perseguito al suo estremo quel desiderio porterebbe all'annullamento del concetto di persona, ci sarebbe un dissolvimento nel Tutto. nella celebrazione della vita così come essa si presenta, le caratteristiche della forma si esprimono in modo naturale e se non ostacolate portano ad un dissolvimento del senso di separazione. La vita stessa in pratica è il nostro sadhana, la nostra vita spirituale, esattamente così come essa si esprime, senza nessun bisogno di interferenza da parte di un'immaginaria persona con una sua "vita spirituale". Se ci si trova interessati alla spiritualità naturalmente anche questo è solo e soltanto parte del dispiegarsi delle nostre caratteristiche. Arriva un momento in cui si è consapevoli che non si sta vivendo una vita spirituale, ma si è vissuti. E allora ci si accorge che la goccia è sempre stata solo e soltanto oceano.
shakti caterina maggi
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento