giovedì 17 marzo 2011
Creare
Ciao Shakti....ti andrebbe di parlare di tutti questi seminari,libri e articoli su Legge d'Attrazione,Segreti da svelare,come diventare ricco,come $$$€€€essere felici ecc.?. Love
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Credo che la domanda fondamentale da farsi sia: chi ne trae vantaggio o chi ne pensa di trarne vantaggio?
Il Buddha sembra aver detto 2.500 anni fa che "la mente è l'anticipatrice di ogni cosa". Se questa affermazione è letta con l'idea che ci sia una mente individuale allora penserà che ci sia un qualcuno il cui pensiero crei la realtà. Di fatto questo non è così. Esiste la manifestazione ed essa non è assolutamente personale. E' espressione della Consapevolezza che nel suo tentativo di conoscere se stessa crea il mondo così come viene percepito attraverso le forme che sono solo strumenti di percezione della Consapevolezza stessa. La dualità, il gioco delle forme, così come essa è vista e vissuta è solo l'espressione della Coscienza e quindi riflette il movimento della Coscienza. Se un pensiero cosiddetto negativo sorge in modo impersonale attraverso la forma esso non appertiene ad una mente individuale, bensì è espressione della Coscienza. La sofferenza non proviene dalla manifestazione o meno di quel pensiero ma dall'identificazione con esso. In altre parole: non puoi prottegerti dai cosidetti pensieri negativi o dalla loro eventuale manifestazione, ma se non c'è identificazione con essi non ci sarà sofferenza. Il dolore e la sofferenza non sono la stessa cosa: il primo fa parte della Vita il secondo è basato sul concetto del me e quindi si dissolve con il risveglio. Allo stesso modo se c'è identificazione con un pensiero cosiddetto positivo se esso eventualmente si manifesterà ci sarà sofferenza in quanto ci sarà paura di perdere ciò che viene visto come positivo.
Lo sforzo di creare pensieri positivi è del tutto illusorio: non c'è qualcuno che pensa, sei pensato. Innegabilmente la realtà si manifesta in accordo con il modo in cui la manifestazione accade attraverso una forma. Se ci sarà una identificazione di vittima il mondo sarà espressione di questa idea e vittime e abusatori saranno visti in ogni parte del sogno. Il dissolvimento di quella identificazione non accade però grazie agli sforzi di un apparente individuo: nel dispiegarsi impersonale della vita stessa ci sarà il lasciare andare di questa idea quando essa sarà troppo dolorosa e quindi il cogliere nella manifestazione situazioni di vittimismo o di abuso si dissolverà da sè attraverso una comprensione intuitiva. Laddove questo non sia possibile al momento della morte del corpo questa identità accanto a tutte le altre ancora presenti si dissolvcerà nella Luce.
Il modo in cui tu percepisci il mondo non è espressione di quello che fai ( come pensa la mente basata sull'ego), ma di ciò che SEI: tutto è espressione di IO SONO. Se questo Io Sono è filtrato attraverso le identità dell'ego esso si esprimerà nella manifestazione con un sogno di sofferenza anche laddove ci sia agli occhi del mondo un apparente successo.
Che serve avere una bellissima casa o una bellissima moglie se hai paura di perderli? Quel desiderio di avere ed ottenere certe cose nel sogno è impersonale così come la paura di non poterli avere. Entrambi concorreranno alla manifestazione del sogno. Ma se esiste ancora l'idea che vi sia un qualcuno che ha creato quel sogno vi sarà sofferenza, non liberazione.
Se è possibile scoprire CHI vive il sogno della Vita allora sarà anche possibile goderla per la prima volta appieno, nei suoi aspetti cosidetti negativi e positivi: lutto, perdita etc... la bellezza dell'Esistenza risiede nell'alternanza di creazione e distruzione non in uno stato "positivo" che comunque è transitorio.
In Giappone esiste un termine molto bello per descrivere tutto questo: wabi sabi, la bellezza dell'impermanenza, la bellezza di ciò che sta sfiorendo, morendo. Se il mondo non morisse in ogni istante non potrebbe rinascere in ogni istante. Se il mondo non fosse impermanente non potresti coglierne la bellezza, sarebbe statico immobile. Sarebbe identico alla Consapevolezza Eterna e quindi non ne faresti esperienza.
Tu, Eterno, fai esperienza della Vita perchà essa muore in ogni momento. Se cogli la sublime grazia della nascere e morire non ci sarà più il desiderio di modificare la Vita affinchè essa si accomodi in base ai nostri desideri egoici e ci sarà liberazione e GRATITUDINE. Da quella gratitudine tutto si dispiegherà spontaneamente nell'unico modo possibile riflettendo la grazia di cui si fa esperienza.
Shakti Caterina Maggi
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