giovedì 20 marzo 2014

OnorarSi, il circo della ricerca

"Non credi che ciò che spinga le persone alla ricerca sia in ultima analisi il rifiuto del dolore e il desiderio di uno stato di piacere ininterrotto?

E non credi che ciò sia infantile e illusorio?
Ho assistito ad un incontro con Avasa a Milano forse un paio di mesi fa. Tanta gente. Tanta speranza, di trovare una risposta, un motivo, un senso.
Momenti tesi anche, quando la signora malata di cancro si è messa a piangere e si è vista rifiutare un abbraccio. Non posso comprendere tutto...


In mezzo a tutto questo la mia voglia e penso anche quella degli altri, di dare un senso al dolore e alla confusione, di porvi un rimedio definitivo e assoluto.
Non è forse questo un grande abbaglio? Una missione per sua natura impossibile?
Cosa puo darmi un guru? una teoria? un metodo?
Possono forse dare un ordine diverso alla struttura della mia mente, al più. Ma la vita resta la stessa e il dolore e la confusione ci sono sempre.


Non ho mai visto tanti psicolabili piagnucolosi tutti insieme come in occasione dei satsang dei vari maestri. Mi ci metto anch'io ovviamente...
Spero che queste mie parole non offendano nessuno.
Gradirei molto una tua considerazione riguardo alle mie riflessioni.
Saluto cordialmente".

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Ciao grazie di aver scritto!
Sono d'accordo che nessuno può darti una risposta, nessuno. Anzi direi scappa a gambe levate da chi ti da' una formula per vivere o un senso... sono illusi. Questo messaggio è un messaggio che non invita alla ricerca, ma a scoprire dove sei rispetto al dolore e alla sofferenza e forse imparare a sorriderle. Nessuno ti puo' dare niente, se non condividere la sua esperienza e visione e se questi possono essere di ispirazione, ottimo, prendi tutto e fallo tuo, sperimentalo in prima persona. Non credere ad una sola parola di quello che viene detto, ma guarda là dove sei se è vero di te. E se non lo è, onora il tuo sentire.
Finiamo in questa grande confusione proprio perché abbiamo scordato come si fa ad ascoltare se stessi, a seguire quello che siamo in prima persona. Finiamo per credere di essere qualcosa che non siamo e quello è il seme stesso della confusione e della paura. Il circo della ricerca è vario e come tale offre mille trucchi e meraviglie ed è un circo, quindi ci si va per divertirsi al massimo, non è da prendere seriamente. Quando lo facciamo ci ritroviamo a cercare nuove mamme e papà spirituali che si sostituiscano a quelle voci interiori che cerchiamo di fuggire.
Io non ho nulla da offrirti, quello che vedo lo dono a chi mi incontra e come lo usa o cosa ne fa è parte del suo percorso. Non sono una esperta di come è essere te, una frase che Avasa spesso ripete, ed è verissima. Neppure tu sei l'esperto, è tutto da scoprire di momento in momento. Sii luce a te stesso, diceva il Buddha, quella luce di chiarezza non la trovi fuori e neppure "dentro" nel mondo delle emozioni e sensazioni. A volte mi chiedo che enorme cosmico scherzo facciamo a noi stessi nascondendoci la verità di quello che siamo cosi in bella vista. Ti trovi in una stanza piena di gente e magari credi che la verità sia nel tizio seduto sulla poltrona. E' l'ultimo posto dove puoi trovarti è nelle parole di un apparente altro.
A volte puo' accadere che ti ritrovi in quelle parole ma non perché sono di un "altro", non perché le credi come vere, o vorresti che lo fossero. Ma perché sono la descrizione di quello che stai vivendo. Allora sai che hai incontrato Te stesso. E se non accade, fidati del tuo intuito.
Non so se la mail è per avasa o per me, ma la girerei anche a lui. Una sola precisazione, la signora malata ( la conosco bene è una nostra cara amica) ha detto" vorrei un abbraccio" e Avasa ha risposto "amore mio, ti sto già abbracciando da sempre" e lei si è commossa e ha capito che l'amore che cercava era già con lei. Forse nella confusione e commozione del momento non hai sentito queste parole. A fine satsang c'è stato un lungo abbraccio e un dialogo privato con lei.
Ti saluto e ti ringrazio nuovamente,
Shakti Caterina Maggi

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