Ciao
Fino a pochi anni fa ho vissuto in uno stato di tristezza e depressione, non sapendo cosa vuol dire vivere veramente, ma dopo un momento magico si aperto tutto. Volevo arrivare alla radice dei miei problemi e risolverli. Dopo una breve ricerca ho capito che la sofferenza che percepivo era data da una percezione "sbagliata" del mondo, della realtà e di me stesso. Dopo un po ho avuto la mia risposta, ho scoperto chi sono veramente e che non ci sono problemi o meglio ho visto l'illusione della paura.
la mia ricerca si è fermata. ho capito che non c'era nulla da cercare, nulla da scoprire e che nulla mi poteva "toccare". ho vissuto in uno stato di beatitudine per qualche settimana o mese... la mia mente si è acquietata, ero cosciente di me stesso, ero cosciente della coscienza, ed ero io.
Un fiume di comprensioni accadevano e tante realizzazioni nascevano da me, ero la fonte di tutto questo. ho capito che qualcosa di meraviglioso era successo... ma non mi ero mai immaginato che da quel momento la vita sarebbe cambiata totalmente. si sono "sistemate" tante cose ma sono nate altre mille domande e desideri. sono nati altri conflitti. ora arriva la parte più difficile perché sento molta confusione mentale, indecisione e insicurezza. "il problema" e che vorrei ritornare in quel stato li... mentalmente detto.
Ho iniziato con la meditazione ma subito me ne sono accorto che la vita è meditazione o che la meditazione non esiste. Sembra che sia peggiorato tutto, sono diventato mentale.
Tutto quello che è successo precedentemente è diventato un ricordo e sento che da una parte mi sto allontano da quello che sono e da un'altra sento che non mi posso allontanare da me stesso.
sento tanta difficoltà a passare dalla ricerca all'esperienza e non so come fare il passo.
ci sono tante cose di cui me ne accorgo ma trovo difficoltà ad abbandonarle, ci sono tanti "devo fare cosi", "devo essere cosi" "devo" e "dovrei"... e nello stesso tempo so che non esiste un modo in cui una cosa deve essere in un certo modo... che casino.. ti avevo sentito parlare in un video in cui dicevi che il mestiere piu difficile è quello del ricercatore spirituale perché alla fine non c'é nulla da trovare.
non so se trovi normale ma in realtà non so nemmeno cosa ti voglio chiedere, non so... forse hai qualche consiglio da darmi, oppure no... avrei bisogno di un aiuto. Grazie
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Ciao
Grazie per le tue parole davvero sincere. In realta non c'e' nulla che tu debba fare per tornare "li" semplicemente perche "li" non e' da un'altra parte in attesa che "tu" ci torni. Questa idea e' parte dell' illusione della ricerca. Sono quasi dieci anni che condivido questo messaggio, di recente in modo piu pubblico e non mi e' mai capitato di inontrare nessun caso in cui quando avviene il primo risveglio il senso del me e della ricerca non torni. Direi che e' quasi inevitabile.
Quando l'attenzione ricade su se stessa tutto diventa improvvisamente chiaro: i dubbi di una vita, nevrosi, etc spariscono. Una chiarezza senza confini dove ogni domanda e' subito seguita da una risposta.
Poi il senso del "me" , dato che non appartiene ad un qualcuno, torna. E nel tornare si forma un nuovo tipo di identita', quella del qualcuno a cui e' accaduto qualcosa. Quello o quella che si sono risvegliati, che hanno "visto", quelli che .... E giu' una trafila di idee che la mente ha sul risveglio o illuminazione, di condizioni a cui si deve tenere di conto come se questo vedere fosse accaduto ad un qualcuno che da quel momento in poi non deve cedere a nulla, o che dovra' vivere in perenne stato di perpetua felicita'. Una vera faticaccia, quasi quasi era piu facile essere un ricercatore senza speranza.
Credimi c'era un periodo in cui tutto questo e' stato vero anche qui, quindi non c'e' nulla di cui vergognarsi. Il fatto e' che quando questo vedere accade lo fa e basta non perche' quello che immagini di essere, il me, se lo sia meritato.
Accade per sfinimento o innamoramento dico sempre, una delle due. Ma accade. E quando accade ti accorgi che era SEMPRE vero di te quindi non c'e' mai un momento in cui tu non sia questo vedere. Non c'e' mai un momento in cui tu non sia Consapevolezza. Solo che adesso la Consapevolezza e' identificata con altre idee, idee sul risveglio o di come tornare al risveglio.
Non cercare di fare nulla. Considera questa storia come una storia d'amore, pero' con te stesso, con il tuo vero Se'. Quando sei innamorato di qualcuno non fai nulla per innamorarti, accade. La tua attenzione cade su quella persona e piano piano tutti i tuoi interessi e pensieri e sensazioni si spostano su di lei o su di lui. Il centro di gravita' dell'Universo si sposta e se prima mangiare e bere sembravano cose importanti adesso l'Amato o l'Amata lo sono. Ecco, e' un po' cosi' solo che sei TU, Consapevolezza che piano piano seduce l'attenzione che si sposta dagli oggetti della mente, i pensieri e le sensazioni, e si innamora di se'. Il me, la ricerca perdono di importanza.
A volte accade con un processo "negativo", per sfinimento. L'attenzione torna su se stessa perche' le strategie dell'ego per tornare "li'" sono cosi fallimentari che si getta la spugna. E quando accade eccoti QUI non li', eccoti a casa, dove eri sempre stato. Del resto dove altro volevi essere?
Vedi, la ricerca non finisce perche' si sia trovato qualcosa, ma perche' si realizza che quello che si andava cercando era cio' che testimoniava la ricerca. Se ti trovi a testimoniare la mente che cerca di tornare alla ribalta, allora lascia che sia cosi, lascia che la mente torni sapendo che da dove la testimoni tu sei gia' oltre. In questo modo sarai come al cinema: lo show della mente va avanti ma tu ne sei solo lo spettatore.
Non esiste un modo in cui tu dovresti essere perche' tu, per quello che pensi di essere, non esisti se non come personaggio di fantasia. Vederlo e' autentica liberazione perche' significa che in qualunque modo tu appaia come corpo mente e' il modo in cui quel personaggio e' creato con tutte le sue apparenti debolezze e forze. TU sei gia' oltre sia il corpo che la mente, essi appaiono come parte di una unica manifestazione accanto a tutte le altre forme per rappresentare la tua stessa coscienza, la Coscienza Divina. Quindi non c'e' modo o maniera che quel personaggio che pensi interpretare possa essere diverso da come e' perche' esso e'' solo parte di una Unica Azione che si crea a partire dal tuo vero Io, Consapevolezza Vuota.
Come in un sogno tu sei tutti i personaggi e essi rispondono ai movimenti sottili del tuo essere tutto il mondo appare in Te e non tu nel mondo. Quello che chiami il tuo corpo mente appare come gli altri nella TUA Coscienza, E' TE, tutto e' UNO. Quindi se tutto e' te quale personaggio in particilare vuoi illuminare? Quale personaggio in particolare NON e' illuminato? Tutto questo appare improvvisamente assurdo quando cogli che non hai bisogno di risvegliarti a livello "personale", solo vedere che sei gia' cio' che cerchi. E da questo vedere qualcosa si rilassa e tu e quei problemi immaginari si dissolvono in quel rilassamento.
Un caro saluto,
Shakti
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10 commenti:
Cara Shakti, Tu scrivi:
Come in un sogno tu sei tutti i personaggi e essi rispondono ai movimenti sottili del tuo essere tutto il mondo appare in Te e non tu nel mondo.
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allora io sono un personaggio del tuo sogno?
Ho capito bene?
come francesco sei un personaggio nel mio sogno, ma tu NON sei francesco, l'IO che vive il corpo mente chiamato Francesco è la tua vera essenza ed è la stessa essenza che vive atrtaverso il corpo mente chiamato Shakti. Quindi come Shakti e Francesco siamo personaggi distinti ma come reale essenza siamo Uno.
Vedi Shakti da quello che capisco dei tuoi scritti,
è che anche tu ...quando parli di pace e di mancanza di tribolazione a seguito del risveglio, stai parlando di stati emotivi/sensitivi... come questione finale.
Quindi anche tu riconosci implicitamente che tutto alla fine è subordinato agli stati emotivi/sensitivi.
Quindi anche se io e te siamo un unico IO, nella questione fondamentale.. non cambia nulla.
Perche se tu ad esempio (faccio solo un esempio per chiarire) ti alimentassi di carne umana come fanno alcuni cannibali, nel momento in cui mi uccidi per mangiarmi, tu proverai piacere nel soddisfare il tuo bisogno di alimentarti, mentre io soffriro perche mi uccidi.
Ed anche se siamo un unico essere, comunque nella questione principale, a cui tutte le altre sono subordinate, tu hai piacere ed io soffro.
Saremmo un unico essere, quando nel momento in cui mi uccidi e mi mangi, entrambi proviamo sofferenza o entrambi proviamo piacere.
E' proprio perché cosi non avviene, che siamo individui senzienti separati
Quindi dove è l'errore?
Francesco no, non sto parlando di stati sensitivi. Gli esempi che fai sono molto truclenti, guarderei a questo fatto. Ti ho risposto molte volte, ciò di cui parlo non è una emozione, il corpo ha dolore, ma ciò che vive il corpo - la Consapevolezza - no. Buona serata
si ma è appunto questo che non capisco.
Non sto dicendo che quello che tu dici non è vero, ma non riesco a considerarlo vero. Solo se riesci a spiegarmi con esempi più chiari io posso capire cosa intendi.
Se tu parli del fatto che raggiunto il risveglio:
- vivi in uno stato di pace
- che gusti ogni evento succede,
- che ami tutto e tutti
- ecc ecc ecc....
stai parlando come fine ultimo, qualcosa che riguarda gli stati emotivi/sensitivi.
Ma come si puo comprendere il fatto che il mio corpo puo sentire il dolore (fisico e psicologico), mentre io no?
Il dolore che il mio corpo accusa, chi lo sente?
Il mio corpo non è altro che un vile aggregato di atomi e molecole.
Dire che il mio corpo sente il dolore, equivale a dire che una pietra sente il dolore.
Se io dessi una martellata in testa ad una statua di pietra sente il dolore??
Ciao francesco
Pace non e' una emozione, e' lo sfondo su cui tutto accade. Quando riscopri questa che e' la tua vera identita allora la vita stessa puo essere goduta e ti accorgi di quel vero amore che NON e' una emozione ma lo sfondo in cui tutto accade. Se il tuo corpo sente dolore e' la Consapevolezza, questa pace, che testimonia quel dolore ma non c' e' nessuno che lo sente c' e' solo l esperienza del dolore. Quando invece sei identificati con il corpo pensi di essere TU a sentire dolore e quindi soffri il dolore. Se invece non c e' il me il corpo sente dolore e tu testimoni quel dolore. Non capisci quello che dico perche come ti ho scritto stai mentalizzando le risposte invece che controllare da te se esiste nella tua forma qualcuno che sente ndolore o altre sensazioni. Nel momento in cui le senti c'e' la sensazione ma non c'e' qualcuno che le sente. Immaginare diversamente e' ego.
tu scrivi:
Nel momento in cui le senti, c'e' la sensazione ma non c'e' qualcuno che le sente.
*******
si ma....è proprio nel momento in cui SENTO la sensazione, che si crea il qualcuno. Il me.
Il concetto di ego.... di essere qualcuno ....è una conseguenza del sentire stati emotivi sensitivi.
Se io ad esempio sentissi i tuoi stati emotivi/sensitivi, ed in questo momento ad esempio tu stai mangiando, io sentirei tutti i sapori e le sensazioni, che stai provando tu.. mentre mangi.
E se questo accade la prima volta, penserò di stare impazzendo, ma se si ripete tante volte, identificherò me, con te.
E quando IO ho fame, porterei cibo alla tua bocca e non alla mia.
Quando il mio corpo sarà digiuno, non sentirò nulla, mentre quando il tuo corpo sarà digiuno, io soffrirò.
Quindi una parte del mio IO si sposterà sul tuo corpo.
Se viene qualcuno a chiedermi: Hai mangiato?
Nel caso TU hai mangiato, risponderò....si IO ho mangiato.
Più chiaro di cosi non riesco a spiegare cosa intendo.
Quindi se io non sentissi nessuno stato emotivo/sensitivo....io non saprei di esistere, ne di essere qualcuno, ne potro dire la parola io.
Sono gli stati emotivi/sensitivi che proviamo.... che implicano.. il senso di essere un qualcuno.
Addirittura se una parte dei miei stati emotivi/sensitivi si collegassero al tuo corpo, io penserei di essere 2 qualcuno.
Quindi quando tu mi dici che c'è la sensazione e non c'è nessuno che la sente, mi appare un controsenso, perche da quanto vedo io, la sensazione c'è solo ...se c'è QUALCUNO che la puo sentire.
Se riesci a spiegarmi meglio cosa intendi, te ne ringrazio infinitamente, perche e qui il punto fondamentale della questione.
ciao francesco
tu scrivi
"si ma....è proprio nel momento in cui SENTO la sensazione, che si crea il qualcuno. Il me."
Non è affatto così. Nel momento in cui senti la sensazione c'è solo la sensazione. E solo DOPO sorge l'idea che tu l'hai sentita. Quell'idea è il "me" o ego.
ps ed è a partire da quell'idea che nasce tutta la sofferenza psicologica.quello che viene suggerito in questo blog è l'opportunità di sciogliere questa ignoranza che crea la sofferenza psicologica (come l'ansia, la paura, e così via). non è una ricetta per non avere più dolore o non sperimentare più dolore o lutto o rabbia o tristezza. non sarebbe possibile, queste cose fanno parte della vita, ma quando pensi che sei tu che le stai vivendo non sperimenti e basta ma le soffri. ti rispondo meglio cmq nel post che sto scrivendo.
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