venerdì 29 giugno 2012

La gioia del momento presente

"A me (ed a qualsiasi altro)... non mi ha chiesto nessuno se volevo nascere, ma la cosa peggiore è che non mi è stato dato un bottone da cliccare, nel momento in cui non volevo vivere.
E sono molti anni che cerco una ragione di bene e di giusto, in tutto questo.

Che senso ha tutto? Perche prima dobbiamo sentire stati emotivi/sensitivi in un modo e poi avere questo risveglio ... e sentirli in un altro? ".

_______________________________________


Prima di chiederti se qualcuno ti abbia chiesto di nascere o di voler morire, io mi domanderei se effettivamente ci sia un te che stia vivendo la Vita in questo momento. O se questo qualcuno sia di fatto solo una idea, ma non una realtà percepibile.

Se controllo là dove sono, in questo momento esiste un corpo, sensazioni o pensieri che chiamiamo mente, ma non esiste un qualcuno che vive la Vita, se non come idea. Esiste la Vita, e basta.

Quando l'attenzione passa dalle storie di "me" che sono nato o nata o che non voglio vivere o che non amo il vivere e va verso questo semplice istante, allora qualcosa si ferma. Si ferma la storia del "me" che vive e si rende evidente un'apertura in cui la Vita stessa accade, e lo fa un momento alla volta.

Quando accade il passaggio dalle storie infinite del "me", dei suoi rimpianti e progetti falliti, le sue speranze per un futuro migliore o le sue strategie per cancellare la sofferenza (o persino se stesso) verso questo momento allora qualcosa si placa. Una ricerca si placa. Un'ansia infinita si ferma. Esiste solo il momento e nel momento, di per sè, non c'è problema. Neppure se il momento significasse uno scenario non piacevole per la mente, sarebbe comunque solo un momento. E' solo l'esperienza del momento.

Sebbene questo possa non essere immediatamente evidente tutto quello che soffriamo nella vita non è la Vita stessa ma le idee che abbiamo su di essa o su di noi rispetto alla Vita. La Vita accade e basta a dispetto delle idee che abbiamo e quando è possibile che queste idee cadano o si dissolvano, essa si manifesta in tutta la sua gloria. Tutto torna a essere intero, non spezzato, non confuso. Come quando eravamo dei bambini piccoli.

Quando eravamo bambini piccoli accadeva la rabbia ad esempio, ma non era un problema. L'emozione sorgeva, il corpo tremava o si scuoteva ed ad un certo punto l'emozione svaniva e qualcos'altro arrivava. Non c'era un giustificare la rabbia o un accusare, esisteva solo la sensazione e il momento presente.  Lo stesso valeva per ogni altra emozione o sensazione. Anche se cadevamo sbucciandoci il ginocchio e magari iniziava un pianto non c'era la storia del me che si era fatto male o che non avrebbe dovuto cadere... c'è solo il momento presente e l'emozione o sensazione del momento presente.

Piano piano il senso del "me" o di separazione si è instaurato, attraverso la ripetizione e il condizionamento. Con esso la gioia di vivere ha iniziato a svanire, una gioia che sorge in modo naturale quando non c'è senso di separazione, quando il "me" è visto solo come una idea e non come la nostra identità. Non appena quella gioia è svanita  abbiamo iniziato a cercarla e lo abbiamo fatto nel mondo e in noi stessi per quelli che credevamo a quel punto di essere.

Quando siamo caduti da quel paradiso abbiamo iniziato a credere di essere noi a vivere la vita, abbiamo iniziato a pensare che essa doveva accadere in un certo modo o in un altro perché potessimo essere in quella gioia di nuovo o che noi stessi avremmo dovuto essere in un modo o in un altro. Abbiamo perduto la nostra innocenza e capacità di cogliere il momento come la sola esperienza che stava accadendo. Abbiamo iniziato a credere in un mondo di pura immaginazione in cui noi eravamo un personaggio dentro il corpo separato da tutto il resto del mondo oppure abbiamo pensato di essere il corpo stesso. Abbiamo iniziato a credere nella frammentazione e ci siamo sentiti separati dall'intero.

A partire da questa idea abbiamo costruito il nostro mondo di immaginazione e lo abbiamo iniziato a soffrire. Siamo rimasti intrappolati nell'idea che ci sia un qualcuno che sta vivendo la vita e che forse non vivrà più. Abbiamo iniziato ad avere paura di morire e quindi di vivere.

La realtà è che esiste solo questo momento, la Vita che accade, e il "me" che sembra viverlo... ma quando lo si cerca questo "me" è visto essere solo una idea. Mettiamo che il "me" sia nel corpo: dove è esattamente? Molti scienziati lo hanno cercato ma non hanno mai trovato la sede della Coscienza, neppure nel cervello che riceve e trasmette segnali ma non indica il luogo da cui questi stessi segnali partono o muoiono. I più spirituali parlano di un'anima: anch'essa resta un concetto nebuloso, perché se io fossi l'anima, cos'è che è sa che l'anima esiste? Se Io è l'anima allora a meno che essa non coincida con qualcosa che non ha di per sè forma o colore o sensazione o suono o qualunque altra cosa attraverso cui possa essere descritta, essa sarebbe solo un'altro oggetto di cui Io è cosciente. Io è Coscienza.

Ecco che mi trovo dunque in qualcosa che non è descrivibile come lo sono i concetti o le sensazioni o gli oggetti materiali. Ciò che Io sono è al di là di queste cose, è Pura Coscienza. Allo stesso tempo questa Pura Coscienza che sa che tutto esiste non è separabile da quello che sta accadendo. Guarda da te: puoi separarti dai tuoi pensieri o sensazioni? Oppure tutto quello che accade è che essi esistono in te, come te?
Tu sei dunque Nulla E Tutto. Sei la Vuota Consapevolezza da cui tutto origina e muore E l'intera manifestazione che è l'espressione di ciò che sei. In altre parole Tu sei ciò che crea la Vita e la Vita stessa, nella sua interezza. Tu non nasci e non muori mai dunque, queste cose non si applicano a te ma solo al corpo attraverso cui fai esperienza della Vita stessa.

Quando esco dalle idee che ho di me o sulla Vita, su cosa sia giusto o sbagliato, mi trovo semplicemente qui. Anzi sono semplicemente il qui e ora in cui tutto accade e quello che accade non è separato da me. Quando sono cosciente di questo non c'è sofferenza, magari ci possono essere a volte dolore o delle emozioni, ma non sofferenza. Esiste solo l'esperienza, l'esperire. E in esso c'è una bellezza intrinseca nel sapere che esiste e poi non esiste più . E' prezioso, ogni momento. Quando sono in questo vedere, non c'è desiderio che questo momento duri di più o sia diverso: esiste solo questo e questo è più che abbastanza.

Magari non sembra avere un senso tuttop questo. Ma chi ha detto che ce lo debba avere o per chi? La Vita non ha un senso per un qualcuno che non esiste di fatto se non come immaginazione. La Vita ha un senso in se stessa, per il semplice fatto che sta accadendo.  Non esiste nulla che tu debba sentire o non sentire allora, esiste solo l'esperienza del momento.

Se l'esperienza del momento non è abbastanza è perché la stai paragonando ad un altra o alle idee di come dovrebbe essere. Arriva un momento in cui ti accorgi che quel paragonare o cercare di cambiare è del tutto inutile. I cambiamenti a volte avvengono, ma accadono comunque quando è il loro tempo. Quando questa inutilità degli sforzi da parte del "me" è vista ci potrebbe essere frustrazione. Una frustrazione sana direi, che non è più un capriccio della mente. E' una resa che volenti o nolenti dobbiamo abbracciare.

Quando accade ci accorgiamo che se il modo stesso in cui la Vita accade fosse stato diverso non avremmo potuto mollare la presa. L'illusione del mondo e del "me" doveva deluderci in un certo senso perchè le nostre adorate idee su noi stessi o sulla vita cadessero. Quando lo fanno rimane solo il momento presente. E siccome non ci sono più alternative ci accorgiamo che davvero in effetti è perfetto, così com'è.


Shakti

2 commenti:

Francesco ha detto...

io sono cosi sofferente, che proprio vorrei tanto che fosse tutto solamente un brutto sogno, una illusione e che non fosse vero.
Nel frattempo anche se mi do i pizzicotti, vedo che sono sveglio e che la realta è proprio questa qui.

Se ad esempio ho coscienza di essere sotto una montagna e vedo che sta cadendomi una pietra in testa.....non riesco a dire....va bhe....non ha senso preoccuparmi tanto, esiste solo il momento presente e siccome la pietra non è ancora arrivata giù, posso stare tranquillo e felice.
Non sono capace di fare ragionamenti del tipo 4 mele+5 mele=1 mela.

Se mi dite qualche sistema concreto per poterlo fare, (come presumo fate voi altri), ditemelo ve ne sarò davvero molto grato....mi piacerebbe tantissimo che fosse proprio come voi dite e che la vita come la conosciamo comunemente, sia falsa e illusoria.

Shakti ha detto...

ciao francesco!

grazie della tua bella domanda. ti rispodo in un post a parte merita spazio.
un caro saluto