“C'è una questione, a cui non
riesco ancora a trovare spiegazione e vi sarò tanto grato, se riuscite ad
aiutarmi a comprenderla.
Se ci sono io, ed un amico e cade una pietra in testa a me, sentirò IO il dolore ...ed il mio amico sarà solo un testimone. Viceversa ...se cade in testa a lui.
Atteso che i nostri stati d'animo, emotivi e sensitivi (o in qualsiasi altro modo vogliamo chiamarli), sono l'unica cosa che davvero conta ....ed a cui QUALSIASI altra cosa è subordinata ed anche superflua , ....SE io non esisto, allora perché SENTO il dolore, mentre il testimone semmai è il mio amico?
Che differenza ci potrebbe essere tra il suo testimoniare, ed il testimoniare del mio essere?
Se ci sono io, ed un amico e cade una pietra in testa a me, sentirò IO il dolore ...ed il mio amico sarà solo un testimone. Viceversa ...se cade in testa a lui.
Atteso che i nostri stati d'animo, emotivi e sensitivi (o in qualsiasi altro modo vogliamo chiamarli), sono l'unica cosa che davvero conta ....ed a cui QUALSIASI altra cosa è subordinata ed anche superflua , ....SE io non esisto, allora perché SENTO il dolore, mentre il testimone semmai è il mio amico?
Che differenza ci potrebbe essere tra il suo testimoniare, ed il testimoniare del mio essere?
Cercare il risveglio o l'illuminazione o altro...lo vedo un
finto obbiettivo, perché quello che davvero conta, sono gli stati d'animo
(detti anche emozioni, sensazioni, ecc) , qualsiasi altra cosa è subordinata.
Nessuno infatti accetterebbe di diventare l'essere più evoluto e risvegliato dell'universo, (o qualsiasi altra cosa), ma in cambio ...in uno stato di eterna sofferenza.
Se io ad esempio avrò un piacere sublime nel bruciare nelle fiamme dell'inferno, io pregherò il demonio di farmi finire all'inferno a qualsiasi condizione.
Quindi ad i nostri stati d'animo, qualsiasi cosa è subordinata".
Nessuno infatti accetterebbe di diventare l'essere più evoluto e risvegliato dell'universo, (o qualsiasi altra cosa), ma in cambio ...in uno stato di eterna sofferenza.
Se io ad esempio avrò un piacere sublime nel bruciare nelle fiamme dell'inferno, io pregherò il demonio di farmi finire all'inferno a qualsiasi condizione.
Quindi ad i nostri stati d'animo, qualsiasi cosa è subordinata".
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Ciao!
Tutto quello di cui facciamo esperienza lo facciamo perché come
Presenza siamo presenti a quell’evento. Se non lo fossimo di fatto quell’evento
non esisterebbe. Esso esiste perché lo percepiamo, sia esso un evento fisico, una sensazione, o un
pensiero. Di fatto sono tutti oggetti, sottili (pensieri o sensazioni) oppure
fisici. Essi esistono perché tu li percepisci e cessano di fatto di esistere
nel momento in cui non lo sono più. L’intera scena dunque del tuo corpo, quello
del tuo amico e della pietra che cade accadono tutti simultaneamente in Io e
sono esperiti non DAI corpi, ma ATTRAVERSO i corpi. Dato che è attraverso il
corpo che dici che è tuo che fai esperienza del mondo è ovvio che sentirai il dolore lì e non nel corpo del tuo amico. Tu non sei il corpo, o meglio non sei SOLO il corpo, sei Io che percepisce TUTTI i corpi anche se in modo diverso. Immagina
che il tuo corpo sia come una macchina: solo per il fatto che stai guidando e
la macchina ti porta in giro non pensi di essere la macchina, essa è solo uno
strumento. Lo stesso vale per il tuo corpo: esso è uno strumento di percezione,
ma NON è la tua vera identità.
Se la pietra cade addosso al tuo amico non sentirai il
dolore come se la pietra fosse caduta sul tuo, ma di certo è Io (ovvero
Presenza, Consapevolezza) che sa che quella scena sta accadendo, che percepisce
il movimento della pietra e quella del corpo del tuo amico. Il fatto che tu non
senta il dolore con il tuo corpo non significa che ci sia separazione tra te e
il tuo amico: siete infatti un unico corpo ma attraverso quel corpo non hai le
stesse percezioni come con il tuo.
Immagina che tutti i corpi formino come un unico corpo di un
unico Essere: attraverso la mano hai sensazioni che attraverso il fegato non
puoi sentire viceversa. Di fatto la mano e il fegato sono parti di uno stesso
corpo, ma non hanno le stesse capacità percettive. Quindi la pietra e il tuo
amico sono di fatto un'UNICA apparizione, un UNICO testimoniare che è vissuto
diversamente attraverso il tuo corpo e il suo. Siete lo stesso essere, lo
stesso testimone che fa esperienza di
una esperienza di versa perché lo strumento di percezione è diverso. Ma come
ciò che fa esperienza, come Vuota Consapevolezza, siete Uno.
Questo non è qualcosa di completamente comprensibile fino a
che non se ne fa esperienza diretta: fino a quel momento infatti potrebbe
sembrare solo una teoria bizzarra, mentre nel momento in cui ci spostiamo verso
la percezione diretta delle cose ci accorgiamo che tutto quello che esiste è Io
– che l’esperienza- e l’esperienza in sé. Come ciò che fa esperienza Io non ha
alcuna qualità, ed è per questo che fa esperienza di ogni qualità. Io è ciò in
cui l’intera esperienza accade ed è sentita in modo diverso a seconda degli
strumenti usati dallo stesso Io per esperirla.
Forse per fare chiarezza distinguerei da percezione e stati
emotivi: l’emozione è percepita, ma in se stessa è un oggetto tanto quanto un
pensiero o un azione fisica. Il tuo vero essere è percezione stessa, ma vuota
di ogni qualità: essa si “colora” di ogni qualità e appare come il mondo di cui
fai esperienza. Tu esisti al di là delle tue emozioni o sensazioni, ma non è
possibile dire il contrario. Esse esistono perché tu le percepisci e quando non
le percepisci non esistono più. Quindi Io esiste, ed è ciò che è permanente, è
la tua vera identità mentre ciò che senti è una qualità di ciò che sei.
Ciò che conta più delle sensazioni è dunque quell'Io che le testimonia. Quando invece ti senti il soggetto di quelle sensazioni, ovvero sei identificato con quelle sensazioni, non le stai solo sentendo ma sarai attaccato alla storia che quelle sensazioni portano con sè. Ad esempio se c'è tristezza non ci sarà solo tristezza, ma ci sarà la storia di te che sei triste, del modo in cui uscirai dalla tristezza e così via. SOFFRIRAI quella sensazione, non sarai solo nella sua percezione. Nel fare questo non stari solo nella percezione della sensazione, la penserai e quindi essa non sarà totale, sia che sia negativa o positiva.
Ora quello che con il risveglio accade è che la sofferenza delle emozioni cade pian piano, mentre restano le emozioni pure, le sensazioni pure e così via perchè esse fanno parte dell'esperienza umana. Quando invece c'è identificazione con queste sensazioni ci sarà un soffrirle anche qualora esse siano positive perchè il loro sentirle sarà accompagnato dalla paura che esse finiscano. Ecco perchè il Buddha ha detto "persino la tua felicità è sofferenza". Se sei chiaro che tu non sei al centro di quella emozione ma ne sei solo il testimone ecco che la sensazione in sè è sentita pienamente senza che ci sia attaccamento ad essa, nè in positivo nè in negativo. Non c'è più sofferenza, anche se ci può essere il dolore fisico o emozionale: esso sarà solo sentito, ma non sofferto.
Ora quello che con il risveglio accade è che la sofferenza delle emozioni cade pian piano, mentre restano le emozioni pure, le sensazioni pure e così via perchè esse fanno parte dell'esperienza umana. Quando invece c'è identificazione con queste sensazioni ci sarà un soffrirle anche qualora esse siano positive perchè il loro sentirle sarà accompagnato dalla paura che esse finiscano. Ecco perchè il Buddha ha detto "persino la tua felicità è sofferenza". Se sei chiaro che tu non sei al centro di quella emozione ma ne sei solo il testimone ecco che la sensazione in sè è sentita pienamente senza che ci sia attaccamento ad essa, nè in positivo nè in negativo. Non c'è più sofferenza, anche se ci può essere il dolore fisico o emozionale: esso sarà solo sentito, ma non sofferto.
Per riassumere, quello che sei è IO, che è percezione stessa: il mondo è il tuo riflesso, la tua esperienza, attraverso cui realizzi e ricordi di chi sei., Quando questo avviene resta l'esperienza della Vita che può essere sentita per la prima volta in tutta la sua bellezza.
Spero che sia chiaro, scrivimi pure ancora se non lo fosse.
Un caro saluto
Shakti