sabato 23 febbraio 2013

Essere qui

Nel mondo spirituale esiste una grande confusione tra quale sia l'obiettivo della ricerca stessa. 


Molti si approcciano a questo ambiente nella speranza di trovare una risposta al malessere e alla sofferenza che accompagnano la loro vita, per risolvere conflitti che si ripetono nelle varie aeree della nostra esistenza, siano esse lavorative o affettive o sociali.

Di solito il primo passo lo si compie verso la psicologia, nella speranza che trovando una ragione o un motivo nel passato  si trovi una chiave di risoluzione dei conflitti del momento presente.

Ovviamente questo tipo di indagine puo prendere un notevole numero di strade e tutte esse alla fine terminano con un fallimento. E' infatti evidente che non esiste nella storia dello ieri un motivo di dolore che si presenta oggi perche la storia di ieri e' comunque e solo una storia. Anche la storia di oggi e' solo una storia e non appena l' attenzione si distoglie da essa, anche solo per un momento, ci si accorge che quel malessere non dipende dalla storia  che modifica continuamente personaggi e situazioni ma che resta e' solo il richiamo di un dolore che le sta dietro.  La storia - inclusi i tentaivi di porre fine ad essa - e' solo l'eco mentale di quel dolore.

Non appena ogni tentativo di trovare il bandolo della matassa nella storia finisce, ecco che l'attenzione puo ricadere in tutto e per tutto sul dolore, sul sentire quel dolore, quel senso di separazione dal mondo, quella paura. A volte esso puo esse cosi intenso che la mente proietta scenari di suicidio piuttosto toccarlo: il messaggio e' corretto, si deve morire, ma non e' il corpo che deve andarsene solo il suo immaginario occupante.

Fino a che si lotta con quel dolore e con la paura che lo accompgna, fino a che si cerca di venire a termini con esso, la sua morsa si fara' sentire. Magari per un po lo si tiene a bada, amori, amici, lavoro o persino tecniche di meditazione, ma poi fara di nuovo la sua comparsa e allora sembrera' che davvero non sia servito niente a nulla. Sono segnali che il momento della resa si avvicina. 
Il punto e' che quel dolore e paura devono solo essere sentiti: sono la porta necessaria per tornare a vivere da quella gioia che ricordiamo intuitivamente esistere, quella pace che si rincorre in ogni momento attraverso oggetti e avvenimenti della nostra vita. 
Quando quel fuoco avra' finito di bruciare esso lascera' al suo posto uno spazio vuoto proprio la' dove l'immaginario abitante di quelle storie e proprietario di quelle emozioni abitava.
Quello spazio vuoto e' la pace che andavamo cercando. E' il contenitore di tutto quello che accade, sia esso apparentemente esteriore o interiore. Il dolore e la paura che venivano sentite nascevano dal sentirsi separati da questo vuoto che e' la nostra vera natura, la nostra casa originaria. Quando quel tornare a casa accade per la prima volta ci accorgiamo che al di la' di quali siano gli avvenimenti della Vita essi sono solo il riflesso dei luoghi in cui siamo in pace oppure in cui ancora esiste senso di separazione e paura. La Vita allora e' vista per la prima volta solo come un riflesso della propria Coscienza e non piu come un mondo alieno e distante da cui proteggersi o con cui combattere o da risolvere e pacificare.  Essa e' solo un sogno di cui siamo il Sognatore. La vecchia abitudine di vedersi come separati da quello che accade puo tornare, ma dato che colui o colei che la reclama e' stato scoperto essere solo una chimera, le storie muoiono con rapidita e il fuoco brucia quei carboni ancora accesi.

Silenzio e' la nostra vera natura, sempre, anche nel mezzo della tempesta. La gioia si irradia da quel Silenzio quando la tempesta si calma, fino a che il vento non ha spazzato via tutto quello che ingombrava quello spazio vuoto, ogni difesa e strategia per non toccare di nuovo l'intimita con questo momento. Viviamo in tempi di grande cambiamenti e stravolgimenti in cui ognuno di noi e' chiamato a ardere in quel fuoco e lasciare andare il dolore e vivere di nuovo dalla gioia del nostro Essere. 
L'obiettivo della vita spirituale e' solo quello di essere noi stessi, l'obiettivo e' presente in ogni e ciascun momento come questo spazio vuoto in cui il corpo e la mente si esprimono facendo esperienza della Vita stessa. Non siamo esseri umani alla ricerca di Dio, siamo Dio che fa esperienza dell'essere umani. Non c'e' nulla da cercare, nulla che sia perduto. Siamo gia qui, siamo il QUI di questo momento.

Benvenuto in Paradiso. Se ti sembra di essere ancora all'inferno non temere: quelle fiamme ti arderanno vivo fino a che solo l'oro puro della tua essenza restera'. 
          
Shakti Caterina Maggi

martedì 12 febbraio 2013

Nessuna indagine è necessaria

"Oggi leggevo sulla "vacuita'" della forma e della non forma, e di quanto sia difficile capire il concetto.Non ho compreso quale indagine andrebbe fatta ....."
 
Non preoccuparti di indagare, è semplice. 

Tu non sei il corpo perché esso è un oggetto che tu VEDI. 
Non sei neppure la mente perché anche essa è oggettiva. 
Ciò che resta è il testimoniare l'apparire e lo scomparire di queste cose che tu sei, semplicemente sei Consapevolezza. In quanto Consapevolezza, puoi essere consapevole di te in modo diretto senza nessun mezzo o tecnica. 

Se è possibile che l'attenzione resti consapevole di questa consapevolezza tutto il resto andrà a posto da solo, senza sforzo alcuno e se l'attenzione non è capace di fare questo semplicemente non è ancora giunto il tempo che diventi stabile e nessuno sforzo lo farà accadere. 

Tu sei già Consapevolezza, non c'è nulla da essere aggiunto. Se c'è un problema è perché è troppo ovvio e semplice perchè la mente lo possa FARE LOL, 
Avasa

Dissolvere la sofferenza


"Scusa ma ho un po di confusione, allora noi creiamo cio che e' fuori di noi, quindi qualcosa che ci produce sofferenza, per poter stare con quella sensazione di dolore. A me pero' capita che vado a letto la sera serena e mi sveglio la mattina che sto malissimo e se cerco delle ragioni non le trovo, anche se poi a quel punto tutto intorno a me, rapporti, situazioni ne sono influenzati... persino il tempo diventa grigio. Non ce un qualcosa fuori che provoca questo dolore, e' come un nodo stretto, ma questo dolore si presenta spesso, scompare per magia e dopo un po' e' di nuovo presente. 
Ti abbraccio forte "

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Fino a che non si vede che tutto è Uno e ci si stabilizza in questo vedere, ci saranno aree dove non si è emozionalmente connessi e quindi certe situazioni e cose indicheranno ovviamente il fatto che in quei luoghi sembrerà esserci una separazione: questo è il nodo che dici di sentire. E’ la contrazione di energia che è il ritrarsi da ciò a cui si è presenti in un certo momento.

Affinché questi momenti di ritrarsi dalle cose vadano via, l’unico modo è stare con qualunque sensazione sia presente in quel momento. Quando si fa così, l’energia contratta inizia ad allentarsi e alla fine non è più trattenuta in una contrazione. Spesso allora, quando la sensazione si dissolve, c’è un sorgere ad un livello intellettuale di ciò che riguardava quel particolare oggetto che faceva sorgere quel ritrarsi. Questa comunque non è una regola,  né è una necessità, perché una volta che quel ritrarsi da una certa cosa non accade più, allora non c’è più un problema che abbia bisogno di essere gestito attraverso la comprensione.
   
E’ anche naturalmente possibile che qualcosa nello stato di sogno faccia sorgere questo contrarsi nello stesso modo in cui accadrebbe nello stato di veglia: questo allora spiegherebbe come mai vai a dormire sentendoti bene e ti svegli sentendoti malissimo.

Quelle aree in cui non siamo aperti e connessi sono inconscie in noi e non è possibile quindi sapere cosa sono o dove sono fino a che non ne diventiamo coscienti ad un livello intuitivo, il che significa che stanno già salendo in superficie per essere alla fine riconosciute a livello conscio. Mentre questo sta accadendo, incorporiamo tale sorgere come sensazioni e se la sensazione ha il permesso di dissolversi in noi essa scompare. L’oggetto allora torna alla sua sorgente, che è ciò che la testimonia.  

Se si diventa consapevoli che fare qualunque cosa nella direzione di un gestire a livello personale queste cose è in realtà solo un nutrirle e farle continuare, in modo del tutto naturale non faremo nulla. In questo far nulla, in cui non c’è nessuno che faccia niente, quelle sensazioni si dissolvono.

Con un non fare nulla non sto suggerendo che ci sia un qualcuno presente che possa fare quel “non fare”. Non fare niente è ciò che accade quando si nota sorgere come sensazione di disagio ciò che in precedenza era inconscio e a quel punto c’è uno sviluppare consapevolezza fino a  essere consci di ciò che era presente lì tutto il tempo e che già si intuiva andasse ad impedire un connettersi a pieno con le proprie situazioni di vita. Tutto questo quando è lasciato da solo a dispiegarsi sale in superficie e si dissolve. Ogni cosa sta semplicemente accadendo, senza l’aiuto di un immaginario qualcuno. Sì, è vero, persino il grigiore del tempo è riflesso come tutto il resto.

Come quell’Uno che crea ogni cosa tu non sei il corpo o la mente, in quanto anche corpo e mente sono dei riflessi, sono degli oggetti creati, quindi quando alla fine anch'essi sono pienamente abbracciati si dissolvono nell’Uno che li ha testimoniati insieme a tutto il resto. Un grande sospiro di sollievo sale su, e Uno è a casa.

Un GRANDE abbraccio, Avasa