martedì 7 agosto 2012

Una mente silenziosa

Volere una mente silenziosa proviene dalla mente, dalla memoria; sorge dall’intuizione che il silenzio è ciò che ci è più naturale.

Sappiamo intuitivamente che il silenzio è presente, grazie alla nostra memoria di un tempo nell’infanzia in cui vedevamo il mondo attraverso occhi silenziosi senza giudizi, quindi senza la sensazione di essere separati da ciò che era visto. A volte non c’era un me e
una cosa vista, solo l’Uno.

Questa memoria, che fa sorgere il desiderio di essere in silenzio, di essere silenzio stesso, proviene dal fatto che intuitivamente sappiamo che il silenzio è là dove la mente, nei nostri primi anni, si ritirava, dopo aver fatto il lavoro che era necessario al momento. Il silenzio è ciò che intuitivamente sappiamo di essere.

La mente è uno strumento della nostra vera natura, ma a causa del condizionamento è stata portata a credere di essere il maestro. Quando la mente riconosce di nuovo ciò che è precedente ad essa, allora diventa felicemente obbediente. Appare quindi solo quando le circostanze del momento richiedono che essa si attivi e poi, di nuovo, ritorna al silenzio inattivo che ne è la sorgente.

Tutte le meditazioni insegnate e quindi imparate, sono mente; sono basate sulla memoria, con l’intenzione da parte della mente di essere in controllo dello zittire quell’attività che è la mente. E’ per questa ragione che esse richiedono sforzo, che quindi porta l’attivazione deliberata della mente. La meditazione intenzionale, che è il desiderio di fermare l’attività della mente, viene dalla mente; proviene dalla non-accettazione di ciò che è.

Troppo focus sulla mente, come se essa fosse un problema, porta ad essere in difficoltà con quella attività che è conosciuta come mente.

La mente va a riposo quando è riconosciuto ciò che è precedente all’azione di ciò che chiamiamo mente. Avasa

mercoledì 1 agosto 2012

Falsi guru

"L'unica cosa che mi dispiacerebbe sarebbe solo che tu e Avasa vi trasformaste in ipocriti... :-) Dovrei aprirmi anche a questa possiblità vero? :-)

Certo.
Ogni cosa ti deve deludere, inclusi i tuoi eroi spirituali. Altrimenti potrebbe continuare a sembrarti che questo vedere venga da qualcun altro, da una figura esteriore che ne sa più di te. E allora resterebbe una forma sottile di dipendenza tra te e quel maestro o maestra che (apparentemente) ti hanno portato a vedere qualcosa di più chiaro.
Deve arrivare il momento in cui cogli che loro sono TE e quindi non sono altro che figure di sogno che hanno specchiato il desiderio di verità che ti animava. Qualora questo distacco non avvenga attraverso questa comprensione la Vita creerà situazioni in cui ti sembrerà che tali figure siano delle ipocrite o dei falsi insegnanti: quel momento è molto doloroso e difficile perchè significa perdere completamente ogni mappa, ogni punto di riferimento che ti indichi dove sia la x del tesoro.

L'espressione "se incontri un Buddha per strada uccidilo" significa proprio questo: ovvero lasciare andare ogni punto di riferimento. Non è detto che per forza il distacco avvenga in modo negativo ma anche qualora fosse cosi se si accetta che le limitazioni che vediamo nelle nostre guide sono il riflesso delle nostre stesse allora c'è la possibilità di cogliere che loro non esistono come separati da noi. Il guru e i suoi apparenti difetti e virtù sono solo specchi di unico Sè.

Questo riconoscimento allora lascia spazio ad un amore ancora più profondo e ad una amicizia condivisa. Non ho alcun interessse a essere il guru di nessuno: ciò non toglie che alcune persone potrebbero prendere queste parole come punto di riferimento per avere maggiore chiarezza in se stesse. A meno che queste parole però non siano viste come TUE il messaggio non è arrivato davvero a casa. IO sono TE, un unico Essere che vive attraverso due forme. Questo vedere è vero Amore e autentitca Libertà.

E' molto bello... non mi è chiaro cosa vuoi dire con questo però... "Qualora questo distacco non avvenga attracverso questa comprensione la Vita creerà situazioni in cui ti sembrerà che tali figure siano delle ipocrite o dei falsi insegnanti". 



Significa che qualora tu non veda ad un certo punto che il maestro sei TU, allora sarà necessario per così dire che tu manifesti una situazione in cui il guru ti deluderà così che quel distacco avvenga. 
Quel passo è davvero necessario per una autentica  liberazione anche se di solito è difficile che accada senza un qualche evento negativo perché ci si tende ad attaccare alle figure che apparentemente sembrano indicare la strada verso casa. Da parte di chi condivide questo messaggio per cosi dire non c'è scelta, ciò che muove non è un desiderio di risvegliare nessuno o qualche altra grande emozione altruistica: c'è un semplice condividere che nasce in modo spontaneo prorpio perché c'è il vedere che chi interloquisce è se stessi ancora addormentati nel senso di separazione. 
Quindi da parte del "maestro" è chiaro che non esiste nè maestro nè discepolo, ma la condivisione di un UNICO Essere in due forme. Laddove questo non sia chiaro invece verranno supportate delle fome di dipednenza piu o meno sottili o di livelli di gerarchia che non potranno che in realtà rafforzare in modo sottile il senso di separazione. 
Ecco perché invece quando questo è chiaro nessun tipo di dipendenza è rafforzata. Se però tale dipendenza non si spezza allora si creeranno le condizioni che lo rendono possibile, incluso un senso di delusione rispetto al nostreo "eroe " spirituale". Qui non c'è il desiderio di essere l'eroina di nessuno, nè  un maestro: c'è solo un dire quello che si vede, con la stessa gioia che è sentita in chi legge quando scopre che questo senso di separazione è illusione.

Sento che non c'è un rapporto di dipendenza, sento che ciò di cui parli è vero di me.

Meglio! Allora sparirà anche la paura che io o Avasa siamo ipocriti perché quello che importerà sarà il messaggio e vedrai che il messaggero è solo uno strumento.
Shakti