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venerdì 1 giugno 2012

La gabbia è aperta

"L’ambiente fisico, la condizione esterna si può toccare, c è… questa stretta casa e stanza c è, questa città disastrata c è, il dolore fisico… quindi magari cerco le porte della gabbia, ma sento certamente ancora una gabbia. Posso anche osservare la gabbia fisica esterna dalla coscienza, a volte riesco ad osservare la gabbia dei pensieri, ok, ma (ancora?) osservarle non le dissolve".
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Quando metti un uccellino in gabbia per tanti anni, anche se apri la porta resta spesso sul fondo della gabbietta. Non vuole uscire. Ha paura di quel cielo enorme, di quel blu infinito. E il povero uccellino sembra davvero costretto a restare lì prigioniero delle sue paure.

Ma la gabbia dei condizionamenti è SEMPRE aperta. Perché quel qualcuno attorno a cui si forma la struttura egoica non esiste.  In altre parole non c’è qualcuno che sia imprigionato, la gabbia è vuota e la porta quindi è sempre aperta.
Quando inizi a vedere che la tua vera natura è oltre il pensieri e le sensazioni, oltre la forma fisica inizi a toccare consciamente momenti in cui vedi che sei quel blu. Quel cielo infinito, aperto, senza confini è il luogo da cui stai osservando la tua gabbia di paure. Quando vedi che sei cielo la gabbia è solo una struttura che resta in piedi solo per l’idea che sia tua. E non è così. Quella gabbia fatta di idee e concetti è solo qualcosa che sembra appartenerti perché te ne senti al centro. Ma non c’è un “me” a cui essa appartenga, è solo una costruzione.

Se cerchi di osservare la gabbia per dissolverla lo fai perché pensi che sia tua. E nel pensarlo la mantieni, mantieni l’illusione di quell’immaginario uccellino imprigionato.  Potresti lavorare 40 anni sul tuo ego, se pensi che sia tuo non si dissolverà mai. Ma sparisce in un istante l’idea che quella costruzione mentale sia tua quando cogli che ne sei solo il testimone, non il padrone.

Se la gabbia non sembra mentale ma fisica la situazione non cambia di molto. Il mondo che appare attorno a te, in realtà appare IN te. Guarda bene. Il corpo appare nella stanza, in una città etc…. ma tu dove sei rispetto a queste cose? Sei nella stanza oppure sei qualcosa che sta osservando attraverso il corpo la stanza? Quell’apparizione e quelle condizioni fisiche sono solo il riflesso di qualcosa che accade nella tua stessa Coscienza. Non sai come e non importa che tu lo sappia, ma il sogno della Vita così come essa appare è il riflesso di quello che sei. Appare come riflesso della tua vera natura,  di come conosci te stesso o di come ignori chi sei.

Se vivi in modo inconscio il mondo attorno a te rifletterà questo perché NON è separato da te. Se vivi in modo conscio rispetto a chi sei chiunque o persino qualunque cosa tu incontri si rifletteranno in questa luce.
Non cercare di cambiare le tue condizioni esterne partendo dall’idea che tu sia al centro di esse. Se accade questo, e non puoi impedirlo se avviene, alla fine ti sentirai solo frustrato dell’inutilità di questi tentativi. Come recita il Tao Tse Ching “Il non-agire e il non-volere fanno cedere ogni porta. È attenendosi costantemente al non-agire che ci si assicura la sovranità. Non la si ottiene appena ci si dà all'agire”. La sovranità di cui parla è diventare consci del fatto che ciò che sogna il sogno della Vita non è quel personaggio che pensi di interpretare, ma  la Consapevolezza Vuota che testimonia l’intera scena.

Resta presente a quel senso di prigionia. In realtà quella sofferenza che senti è il rompersi dell’illusione, se essa non è contrastata attraverso strategie della mente (inclusi i tentativi dell’ego di manipolare osservando quello che accade) allora quell’illusione si scioglie da sola. Soffri proprio perché ti senti separato e questa sensazione è lo spezzarsi di quella illusione. Il fatto stesso che tu ne sia conscio è sufficiente, mentre quando cerchi di uscirne come se fosse qualcosa di tuo rafforzi il senso di separazione, e quindi l'ego.

Lascia che i pensieri siano tali e che la situazione si presenti come già è, se ti è possibile. Resta in ascolto, stai guardando tutto questo da un luogo dove sei GIA’ libero. Il riconoscimento di questo fatto è ciò che trasforma le cose, mentre l’idea che tu le debba risolvere è quello che le tiene in piedi.

Se puoi, resta in ascolto. Accade da sé un momento in cui diventi così curioso di questo ascoltare che la mente psicologica, l’ego, diventa così lontana e poco interessante che la noti appena. Non sai bene se c’è, né ti interessa. Ti stai godendo il blu del cielo.
Un bacione
Shakti

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