Pagine

giovedì 17 maggio 2012

Il testimoniare e le sensazioni

“C'è una questione,  a cui non riesco ancora a trovare spiegazione e vi sarò tanto grato, se riuscite ad aiutarmi a comprenderla.
Se ci sono io, ed un amico e cade una pietra in testa a me, sentirò  IO il dolore ...ed il mio amico sarà solo un testimone.  Viceversa ...se cade in testa a lui.
Atteso che i nostri stati d'animo,  emotivi e sensitivi (o in qualsiasi altro modo vogliamo chiamarli), sono l'unica cosa che davvero conta ....ed a cui QUALSIASI altra cosa è subordinata ed anche superflua , ....SE io non esisto, allora perché SENTO il dolore, mentre il testimone semmai è il mio amico?
Che differenza ci potrebbe essere tra il suo testimoniare, ed il testimoniare del mio essere?
Cercare il risveglio o l'illuminazione o altro...lo vedo un finto obbiettivo, perché quello che davvero conta, sono gli stati d'animo (detti anche emozioni, sensazioni, ecc) , qualsiasi altra cosa è subordinata.
Nessuno infatti accetterebbe di diventare l'essere più evoluto e risvegliato dell'universo, (o qualsiasi altra cosa), ma in cambio ...in uno stato di eterna sofferenza.
Se io ad esempio avrò un piacere sublime nel bruciare nelle fiamme dell'inferno, io pregherò il demonio di farmi finire all'inferno a qualsiasi condizione.
Quindi ad i nostri stati d'animo, qualsiasi cosa è subordinata".
______________________

Ciao!

Tutto quello di cui facciamo esperienza lo facciamo perché come Presenza siamo presenti a quell’evento. Se non lo fossimo di fatto quell’evento non esisterebbe. Esso esiste perché lo percepiamo, sia esso un evento fisico, una sensazione, o un pensiero. Di fatto sono tutti oggetti, sottili (pensieri o sensazioni) oppure fisici. Essi esistono perché tu li percepisci e cessano di fatto di esistere nel momento in cui non lo sono più. L’intera scena dunque del tuo corpo, quello del tuo amico e della pietra che cade accadono tutti simultaneamente in Io e sono esperiti non DAI corpi, ma ATTRAVERSO i corpi. Dato che è attraverso il corpo che dici che è tuo che fai esperienza del mondo è ovvio che sentirai il dolore lì e non nel corpo del tuo amico. Tu non sei il corpo, o meglio non sei SOLO il corpo, sei Io che percepisce TUTTI i corpi anche se in modo diverso. Immagina che il tuo corpo sia come una macchina: solo per il fatto che stai guidando e la macchina ti porta in giro non pensi di essere la macchina, essa è solo uno strumento. Lo stesso vale per il tuo corpo: esso è uno strumento di percezione, ma NON è la tua vera identità.

Se la pietra cade addosso al tuo amico non sentirai il dolore come se la pietra fosse caduta sul tuo, ma di certo è Io (ovvero Presenza, Consapevolezza) che sa che quella scena sta accadendo, che percepisce il movimento della pietra e quella del corpo del tuo amico. Il fatto che tu non senta il dolore con il tuo corpo non significa che ci sia separazione tra te e il tuo amico: siete infatti un unico corpo ma attraverso quel corpo non hai le stesse percezioni come con il tuo.

Immagina che tutti i corpi formino come un unico corpo di un unico Essere: attraverso la mano hai sensazioni che attraverso il fegato non puoi sentire viceversa. Di fatto la mano e il fegato sono parti di uno stesso corpo, ma non hanno le stesse capacità percettive. Quindi la pietra e il tuo amico sono di fatto un'UNICA apparizione, un UNICO testimoniare che è vissuto diversamente attraverso il tuo corpo e il suo. Siete lo stesso essere, lo stesso testimone che fa esperienza di una esperienza di versa perché lo strumento di percezione è diverso. Ma come ciò che fa esperienza, come Vuota Consapevolezza, siete Uno.

Questo non è qualcosa di completamente comprensibile fino a che non se ne fa esperienza diretta: fino a quel momento infatti potrebbe sembrare solo una teoria bizzarra, mentre nel momento in cui ci spostiamo verso la percezione diretta delle cose ci accorgiamo che tutto quello che esiste è Io – che l’esperienza- e l’esperienza in sé. Come ciò che fa esperienza Io non ha alcuna qualità, ed è per questo che fa esperienza di ogni qualità. Io è ciò in cui l’intera esperienza accade ed è sentita in modo diverso a seconda degli strumenti usati dallo stesso Io per esperirla.

Forse per fare chiarezza distinguerei da percezione e stati emotivi: l’emozione è percepita, ma in se stessa è un oggetto tanto quanto un pensiero o un azione fisica. Il tuo vero essere è percezione stessa, ma vuota di ogni qualità: essa si “colora” di ogni qualità e appare come il mondo di cui fai esperienza. Tu esisti al di là delle tue emozioni o sensazioni, ma non è possibile dire il contrario. Esse esistono perché tu le percepisci e quando non le percepisci non esistono più. Quindi Io esiste, ed è ciò che è permanente, è la tua vera identità mentre ciò che senti è una qualità di ciò che sei.

Ciò che conta più delle sensazioni è dunque quell'Io che le testimonia. Quando invece ti senti il soggetto di quelle sensazioni, ovvero sei identificato con quelle sensazioni, non le stai solo sentendo ma sarai attaccato alla storia che quelle sensazioni portano con sè. Ad esempio se c'è tristezza non ci sarà solo tristezza, ma ci sarà la storia di te che sei triste, del modo in cui uscirai dalla tristezza e così via. SOFFRIRAI quella sensazione, non sarai solo nella sua percezione. Nel fare questo non stari solo nella percezione della sensazione, la penserai e quindi essa non sarà totale, sia che sia negativa o positiva.

Ora quello che con il risveglio accade è che la sofferenza delle emozioni cade pian piano, mentre restano le emozioni pure, le sensazioni pure e così via perchè esse fanno parte dell'esperienza umana. Quando invece c'è identificazione con queste sensazioni ci sarà un soffrirle anche qualora esse siano positive perchè il loro sentirle sarà accompagnato dalla paura che esse finiscano. Ecco perchè il Buddha ha detto "persino la tua felicità è sofferenza". Se sei chiaro che tu non sei al centro di quella emozione ma ne sei solo il testimone ecco che la sensazione in sè è sentita pienamente senza che ci sia attaccamento ad essa, nè in positivo nè in negativo. Non c'è più sofferenza, anche se ci può essere il dolore fisico o emozionale: esso sarà solo sentito, ma non sofferto.

Per riassumere, quello che sei è IO, che è percezione stessa: il mondo è il tuo riflesso, la tua esperienza, attraverso cui realizzi e ricordi di chi sei., Quando questo avviene resta l'esperienza della Vita che può essere sentita per la prima volta in tutta la sua bellezza. 
Spero che sia chiaro, scrivimi pure ancora se non lo fosse.
Un caro saluto
Shakti

28 commenti:

  1. Anzitutto molte grazie per la risposta.

    La sto leggendo ...riflettendoci sopra con attenzione, per poter comprendere bene quello che hai scritto e poter fare eventualmente altre domande pertinenti e chiare.

    Grazie ancora.

    RispondiElimina
  2. ok figurati, sentiti libero.
    buona giornata shakti

    RispondiElimina
  3. "TU ESISTI AL DI LÀ DELLE TUE EMOZIONI O SENSAZIONI, MA NON È POSSIBILE DIRE IL CONTRARIO.
    ESSE ESISTONO PERCHÉ TU LE PERCEPISCI E QUANDO NON LE PERCEPISCI NON ESISTONO PIÙ."

    Non riesco a comprendere chiaramente questo concetto che mi hai scritto. Quanto scriverò sotto, non lo scrivo per polemizzare o contraddire, ma solo per cercare di chiarire ...e sopratutto chiarirmi un po meglio le idee.
    Trattandosi di argomenti un po complessi ed insoliti, nell'intento di cercarmi di spiegare nella maniera più breve e chiara possibile, potrei forse apparire poco diplomatico o chissa cos'altro. Quindi ti prego di tenere conto di queste difficolta e non dare peso alla forma, con cui cerco di esprimermi.

    Puo darsi, non riesco a spiegarmi bene circa il concetto di emozioni/sensazioni/stati d'animo, quindi cerco di spiegarmi meglio.

    Io per essi intendo una unica cosa, che però viene chiamata e classificata in tanti modi differenti e tutt'oggi non riesco a capirne le ragioni.
    Ad esempio, un orgasmo viene definito come una sensazione, mentre quello che produce un evento tipo una vincita all'enalotto viene classificata come una emozione di gioia.
    Ma se guardiamo con più attenzione le due questioni, ci renderemo conto che sono la stessa cosa, ovvero QUALCOSA VERSO IL QUALE LA NOSTRA VOLONTÀ È RIVOLTA
    Viceversa per quel che riguarda gli stati d'animo negativi.

    Potrei fare tanti altri esempi dello stesso tipo, ma credo sia chiaro quello che io intendo con il concetto emozioni/sensazioni/stati d'animo.

    Chiarito questo, mi viene tanto difficile poter immaginare che la coscienza di qualsiasi cosa (compresa quella esistenziale), possa esistere scollegata da emozioni/sensazioni/stati d'animo.

    Immaginiamo, un robot giapponese dalle sembianze umane (realizzato nell'anno 2574 e perfettamente identico ad un umano, con dei software molti complessi), ed a cui cade una pietra in testa, ed al quale io dopo... domando cosa è successo.
    Lui piangerà e mi risponderà che gli è caduta una pietra in testa.
    Quindi potremmo pensare che è pure consapevole dell'evento e magari... anche di esistere.
    Ma è davvero cosi ? ?

    Tutto ciò, non è affatto la stessa cosa, che quella pietra sia caduta in testa a me (o qualsiasi altro essere senziente) appunto perché manca la componente senziente.

    Mi è difficile credere, che è possibile avere coscienza di qualsiasi cosa, senza sentire stati d'animo.
    Esistere senza sentire stati d'animo, per me equivale a non esistere, poiche sono appunto questi, che creano la consapevolezza dell'esistenza o di qualsiasi consapevolezza.

    Se io ad esempio fossi paralizzato alle gambe (senza il senso del tatto) e mi trovassi su un girello dove non posso ne vedere la zona delle mie gambe e ne sentire nulla ......e qualcuno mi taglia una gamba.... non avrei nessuna coscienza dell'evento. Esso per me non esisterebbe.

    Ora...uno stato d'animo che esiste ma non è percepito, equivale alla stessa cosa che non esiste.
    Essi esistono solo perche li percecipisco.....perche li sento.
    Quindi quando parliamo di emozion/sensazioni/stati d'animo, dovremmo parlarne di emozion/sensazioni/stati d'animo SENTITI.
    Come potrei esistere al di la delle mie emozioni/sensazioni/stati d'animo ? ? ? ?
    IO (in quanto entità esistente) e le mie emozioni/sensazioni/stati d'animo SENTITE, in realtà siamo la stessa cosa.

    Se io adesso avessi il potere di bloccare qualsiasi mio stato d'animo, non potrei neanche avere possibilità di potermi domandare se io esisto o non esisto.
    E se lo facessi, come ad esempio il robot, la risposta per me non avrebbe nessun significato, benche per altri esseri senzienti potrebbe averla.

    Quindi.. cosa è che non ho capito ?

    RispondiElimina
  4. Tu sei ciò che sa dell'esistenza delle sensazioni fisiche o emozionali. Quindi non sei queste cose. Se tu fossi una sensazione non potresti decsriverne le qualità: tu esisti prima di ogni sensazione anche la più sottile (Io Sono ovvero il senso di esistere). Se così non fosse non potresti sapere che queste cose ci sono. Esse sono impermanenti, ovvero hanno un inizio ed una fine, mentre ciò che sei non ha nè inizio nè fine.

    RispondiElimina
  5. Capisco bene l'ultimo concetto dell'impermeanenza e non.

    Non riesco a comprendere come possiamo SAPERE qualsiasi cosa, senza che vi sia associato contemporaneamente uno stato d'animo/emotivo/sensitivo?

    Forse non sono riuscito a spiegarmi chiaramente circa cosa intendo con il concetto di stati d'animo, ma l'atto del sapere, è esso stesso uno stato emotivo/sensitivo.

    Per cercare di spiegarmi meglio...possiamo immaginare l'esempio di un qualcuno nato ceco, sordo, senza tatto/gusto/olfatto e senso interiore*

    Quindi un soggetto che non ha possibilità di percepire e sentire nulla.

    Cosa potrebbe SAPERE tale individuo ?

    ------------
    * ad i sensi dovremmo aggiungere anche quello interiore, ovvero la capacita di percepire/prendere informazioni dal nostro interno, tipo memoria cosciente, incosciente, ecc.

    RispondiElimina
  6. Cara Shakti, sei d'accordo con quanto io dico?
    Tutto cio lo scrivo per chiarirmi meglio le idee io, ma puo servire anche ad altri che partecipano al blog e per chiarire meglio le cose.

    Vorrei aggiungere anche che il tempo, esiste solo perche esiste la nostra memoria.
    Senza memoria, non esisterebbe tempo.
    Quindi l'inizio e la fine di qualcosa, esiste solo perche esiste la nostra memoria.
    Senza memoria ... tutto ci risulterebbe eterno.

    Se ad esempio io sto mangiando un gelato e sono arrivato a meta, è solo sul ricordo nel tempo presente che pochi minuti prima ero all'inizio .....che costruisco l'idea che nei prossimi minuti futuri, starò alla fine, e che mi dara la convinzione del prima, di ora e del dopo... quindi anche dell'inizio e della fine.

    Ma...se viene un alieno da Marte con una tecnologia in grado di poter cambiare la mia memoria, io potrei ricordare che ho appena cominciato a mangiare il gelato da un istante, o che sto mangiando quel gelato da un anno, o da cento anni, o dall'eternità ed in quest'ultima ipotesi penserò che non arriverò mai alla fine.

    Quindi anche se in questo momento io sono felice e so.... che fra poco sara finito tutto, è una convinzione che ho solo perche me lo dice la mia memoria.....ma non potrà mai essere una certezza, benche siamo abituati a considerarla tale.
    Ma nel caso la mia memoria.... mi fornisce informazioni errate, io potrei essere in questo stato di felicità presente....da 100000000 miliardi di anni o dall'eternità, benche la mia memoria mi dice che pochi minuti fa non lo ero .....e che fra pochi minuti non lo sarò più e che c'è stato un inizio ed una fine.

    Quindi lo stesso concetto di impermeanenza, esiste solo perche abbiamo una memoria, altrimenti tutto sarebbe eterno, senza inizio e senza fine.
    Ora mi piacerebbe sentire una tua opinione in merito, di modo da riuscire a fare ancora più chiarezza e comprendere ancora meglio.

    RispondiElimina
  7. ciao francesco
    ti leggo solo ora ti rispondo più tardi

    RispondiElimina
  8. "Per cercare di spiegarmi meglio...possiamo immaginare l'esempio di un qualcuno nato ceco, sordo, senza tatto/gusto/olfatto e senso interiore*

    Quindi un soggetto che non ha possibilità di percepire e sentire nulla.

    Cosa potrebbe SAPERE tale individuo ?"

    l'esperienza, che sia di tatto, di gusto, di vista oppure di pensiero o sensazione è esperita da ciò che non è nessuna di queste cose, ovvero Consapevolezza. Se così non fosse non potresti neppure sapere che queste cose esistono. Quindi tu sei in quanto Consapevolezza la non esperienza che fa esperienza. Una persona sorda o cieca o persino in coma (senza attvità cerebrale) fa cmq esperienza dell'esperienza più sottile che è "io sono", il senso di esistere.

    RispondiElimina
  9. "Quindi lo stesso concetto di impermeanenza, esiste solo perche abbiamo una memoria, altrimenti tutto sarebbe eterno, senza inizio e senza fine.
    Ora mi piacerebbe sentire una tua opinione in merito, di modo da riuscire a fare ancora più chiarezza e comprendere ancora meglio."
    certamente senza memoria non si farebbe esperienza di tempo. ma l'impermanenza non è un concetto, è la tua natura. ovviamente la puoi approcciare come concetto, ma non è quello di cui parlo io. Tu sei l'Eterno per quello fai esperienza del momento e del tempo (che esiste però solo come concetto). ciao e buona giornata.

    RispondiElimina
  10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  11. Cara Shakti,
    anzitutto grazie per le tue risposte e non preoccuparti affatto del ritardo.

    Sono felice di sapere che non sono l'unico al mondo ad aver compreso, che la questione a principio e da cui partono tutte le altre, consiste appunto in quella cosa che io ho chiamato :
    STATI D'ANIMO/STATI SENSITIVI/STATI EMOTIVI.

    Infatti anche tu dici :
    "Una persona sorda o cieca o persino in coma (senza attvità cerebrale) fa cmq esperienza della
    ...... ESPERIENZA PIÙ SOTTILE CHE È "IO SONO", IL "SENSO" DI ESISTERE"

    Quindi anche tu parli di "SENSO".....e mi sembra, vai implicitamente a convergere con tutto quanto da me scritto
    Quindi anche sul fatto ...che l'atto del sapere è esso stesso uno STATO SENSITIVO.
    E poiche consapevolezza significa SAPERE di se stessi ...è pur essa uno stato d'animo/emotivo/sensitivo.

    Ora pero vorrei sapere con certezza, se anche tu davvero convergi, oppure mi sono sbagliato.
    Mi è necessario saperlo, perche chiarita bene questa questione, è possibile chiarirne facilmente molte altre.
    Avrai notato che io mi sforzo al massimo di rendere chiari e semplici i miei discorsi, (usando a supporto anche esempi e dedicandoci anche del tempo), poiché considero tale questione molto importante...(tanto da pensare che va a trascendere tutte le altre) e se sviscerata bene, va a chiarirne molte altre.

    RispondiElimina
  12. @ Francesco

    Questa cosa che definisci "senso di esistere" si chiama PROPRIOCEZIONE ed una funzione eminentemente cerebrale.
    Negl umani è estremamente sviluppata. Negli animali ha, presumibilmente, varie sfumature.
    In un certo senso è l'unico vero mistero dell'universo ...
    perché un mucchietto di materia, atomi, cellule, a un certo punto SI SENTE ESISTERE?
    Cosa E' che si sente esistere?
    La Percezione stessa.
    Questo è il Mistero: la Percezione, la Presenza.
    Da Buddha a Schopenhauer le risposte sono varie e variegate: il Mistero rimane.

    RispondiElimina
  13. x Massimo Villivà

    si esatto infatti è questo di cui parlo anche io.
    L'esperienza più sottile del "io sono" di cui trattava Shakti, è comunque uno stato d'animo/sensitivo/emotivo.

    Un robot dalle sembianze umane.. non potra mai pensare al fatto che esiste, appunto perche gli manca la componente sensitita/emotiva.
    Tuttavia è in grado di fare elaborazioni di calcolo (simili a quelli che noi chiamiamo pensieri).

    Quindi è negli stati d'animo... il punto di tutte le questioni, ed a cui tutto è subordinato e addirittura superfluo.
    Quando (solo per fare un esempio) io voglio la Ferrari, quello che davvero voglio non è la Ferrari, ...ma gli stati d'animo che sentirei nel momento in cui la possiedo.
    Se infatti qualcuno fosse in grado di farmi sentire tutti gli stati d'animo che io provo nel possedere una Ferrari, .....la Ferarri sarebbe superflua. E stesso dicasi per qualsiasi altra cosa (illuminazione compresa.)

    A me (o qualsiasi altro che abbia idee chiare in merito) di essere tutto l'universo, oppure solo il mio corpo nello spazio 3D, non me ne importa proprio niente.
    Quello che davvero mi importa, è che l'essere una cosa oppure l'altra mi provochi stati d'animo migliori/peggiori.

    Ora quello che io non riesco a capire, è il come mai un concetto cosi semplice e chiaro e che va a trascendere qualsiasi altro, non lo dica nessuno scienziato, nessun psichiatra, nessun illuminato, nessuno spiritualista, ne i Guru indiani, ne Tolle, ne Avasa, ne Osho, ne Buddha e nessun altro.

    Perche ?

    RispondiElimina
  14. @ Francesco

    La qualità degli stati d'animo è legata al desiderio. Il desiderio è sempre compensazione di una mancanza, cioè nasce dal dolore, in definitiva. Se riesci a sentirti percezione pura, viene a cadere ogni tensione e si liberano presumibilmente endorfine che ti fanno sentire libero e in pace. La meditazione può darti queste cose, in una certa misura. Quella che chiamano illuminazione non so se esiste.
    Tuttavia gli stati emotivi sono fluttuanti. I desideri hanno mille origini, alcune sono sostanzialmente culturali, ma tutte hanno una sola radice: il movimento degli stati d'animo, la fame in primis e a seguire tutto il resto.
    Purtroppo non ci sono risposte semplici, nessuno scienziato o guro le può dare.

    RispondiElimina
  15. quoto tutto quanto hai scritto,
    quello che tengo a puntualizzare è che i concetti di cui stiamo parlando sono a principio di qualsiasi altro.
    Come si puo cercare di capire veramente qualcosa, se non si ha ben chiare queste questioni .. ed a cui peraltro tutto è subordinato?
    Ma nel frattempo pare le ignorino tutti.

    Sapere ad esempio che io e te siamo la stessa coscienza....a cosa puo servire quando nei fatti concreti ...se a me tagliano una mano, sono io a sentire il dolore e non tu?

    Potremmo dire correttamente che io e te, siamo un unica coscienza se, tagliassero una mano a me e anche tu... sentissi il dolore...o addirittura al posto mio.

    Ma che senso puo avere il sapere di essere un unica coscienza, quando nei fatti concreti rilevo l' opposto ?
    Va bene...siamo tutti un unica coscienza.....ma il dolore (che è la unica cosa che davvero conta) ...lo sento io.

    RispondiElimina
  16. @ Francesco

    Forse, più che essere un'unica Coscienza, condividiamo tutti il senso di esistere, la propriocezione. Questa "sensazione" è identica per tutti, ma frammentata in miriadi di punti di vista.
    Ma, ripeto, è un Mistero.

    RispondiElimina
  17. Si è vero quello che dici Massimo,
    ma io sospetto anche ....che i misteri ci sono, il più delle volte perché non disponiamo di corretta conoscenza.
    I temi trattati in oggetto, essendo non conosciuti equivale a qualcosa di simile ...dello studiare ad esempio fisica.... e non conoscere la prima legge di Newton, sui cui è costruita tutta la fisica meccanica.
    Non potro parlare seriamente di quantità di moto o di energia o di entropia, se non conosco la legge di newton, che ne è principio .

    Ad esempio, tutti gli spiritualisti che parlano ogni dieci minuti di evoluzione e non hanno capito che dell'evoluzione, non hanno proprio che farne.... a quali risultati potranno pervenire??
    Se io ad esempio avessi il potere di far diventare uno di loro... l'essere più evoluto dell'universo, ma in cambio dovrebbe vivere in eterna sofferenza.....preferirebbe essere evoluto.....o involuto ?
    E davvero l'evoluzione spirituale che stanno cercando ?

    L'ego scaturisce dal sentire stati d'animo, in quella porzione di spazio 3d che è il nostro corpo.
    Se la mia parte senziente fosse nel tuo corpo, adesso mi metterei in azione mentale e fisica, per le questioni che riguardano la tua persona. Ovvero darei comandi volitivi ad i tuoi organi, per sfuggire dalle situazioni che per la tua struttura mentale ...creeranno stati d'animo negativi ...o per raggiungere quelli positivi.
    Lo faccio per la mia persona, perché la mia senzientità è collegata ...a questa porzione di spazio 3D che è il mio corpo.

    La coscienza di qualsiasi cosa.... in ultima analisi, è uno stato d'animo.
    Anche durante la meditazione più profonda, si sente qualcosa. Se non si sentisse assolutamente più niente, sparirebbe anche il senso dell'essere.
    In definitiva IO SONO....ogniqualvolta sento un stato d'animo.
    L'essere .....è uno stato d'animo .....sentito.

    RispondiElimina
  18. ciao francesco,

    le parole a volte ci ingannano. Il senso di esistere è una esperienza, la più sottile, ma tu sei oltre sei NON ESISTENZA, sei Pura Consapevolezza. Questa Pura Consapevolezza fa esperienza di sè e nel farlo crea il mondo e il livello più sottile è proprio l'IO SONO.

    Chiedi a cosa serva sapere questo. Saperlo assolutamente nulla, ma vederlo direttamente cambia del tutto la tua percezione della Vita. Purtroppo molti e in particolar modo sul web chiaccherano di queste cose ma non le vivono e lo si deduce leggendo... resta con la tua esperienza di prima mano e allora non ti confonderai con i concetti.

    Quando c'è sofferenza che vedi in te o fuori di te chi è che la percepisce? IO. Quelll'Io in sè non ha qualità ma è ciò che conosce tutte quelle qualità.

    La sofferenza che vedi nel mondo è un riflesso della tua ignoranza di te. Quindi vedere chi sei, non solo saperlo, fa si che quel riflesso cambi. Ne parlavo con Massimo Villanà ( non so chi sia ma ha pubblicato un comme to in un altro post) e anche lui aveva del tutto frainteso questa cosa. Non basta sapere che l'altro è te o resta una informazione senza senso. Quello che cambia le cose è VEDERLO.

    fammi sapere se sono stata più chiara adesso.
    Shakti

    RispondiElimina
  19. ps
    "E poiche consapevolezza significa SAPERE di se stessi ...è pur essa uno stato d'animo/emotivo/sensitivo".


    No, quindi per sintetizzare, la Consapevolezza di cui parlo NON è una emozione, non è uno stato d'animo o una sensazione ma è ciò che sa dell'esistenza di queste cose. E' oltre il mondo materiale, o quello interiore ed è la sua sorgente.

    Quando questa Consapevolezza VEDE se stessa lo fa appercependosi, ovvero è percezione pura ( nons ensoriale) che percepisce se stessa.

    Molti maestri ne parlano, ma quello che è importante è che lo veda tu e non prenda informazioni di seconda mano. TU esisti oltre il senso di esistere perchè tu (Consapevolezza) sei ciò che sa dell'esistenza del seso di esistere.

    Tu se quella Vuota Consapevolezza che sa del sorgere dl senso di esistere quando il corpo si sveglia al mattino e sei quella Vuota Copnsapevolezza ion cui il senso di esistere si spegne quando vai a dormire. Nella morte non sorge più, questa è la differenza con il sonno profondo.

    Tu sei oltre la vita e la morte, sei l'Eterno. Questo deve essere visto la dove tu sei e non puoi farlo attraverso la mente o i sensi perchè ciò che vai cercando è la radice dei pensieri e delle sensazioni, e del mondo in genere. Pensieri e sensazioni sono oggetti creati, mentre tu ne sei il creatore.

    Un caro saluto

    RispondiElimina
  20. "Forse, più che essere un'unica Coscienza, condividiamo tutti il senso di esistere, la propriocezione. Questa "sensazione" è identica per tutti, ma frammentata in miriadi di punti di vista.
    Ma, ripeto, è un Mistero."

    a Massimo
    Siamo un'unica Coscienza nel senso che siamo un Unico IO che fa esperienza attraverso tante forme. E' un Mistero ne senso che non puoi conoscere Io con la mente, ma solo esserlo.

    RispondiElimina
  21. ciao Shakti:
    tu scrivi:
    No, quindi per sintetizzare, la Consapevolezza di cui parlo NON è una emozione, non è uno stato d'animo o una sensazione ma è ciò che sa dell'esistenza di queste cose.
    *******
    ma come si fa a sapere qualsiasi cosa, senza che vi sia uno stato sensitivo?

    anche tu dici :
    "Una persona sorda o cieca o persino in coma (senza attvità cerebrale) fa cmq esperienza della
    ...... ESPERIENZA PIÙ SOTTILE CHE È "IO SONO", IL "SENSO" DI ESISTERE"
    ********
    Quindi anche tu parli di "SENSO".

    RispondiElimina
  22. si ma ti ho spiegato che il senso di esietere che è l'esperienza più sottile è ancora una esperienza mntre ciò che tu sei è oltre l'esperienza è Vuoto.

    RispondiElimina
  23. cara Shakti, proprio non riesco a comprendere quello di cui parli, nonostante i miei sforzi nel tentare di capire.

    Essendo vuoto, significa che non sono nessuna cosa.
    Se ...non sono nessuna cosa, significa che NON SONO.

    Ma nel frattempo anche se io sono vuoto e non sono nulla...... io SENTO stati sensitivi/emotivi, che è la vera cosa che conta ed a cui ogni altra è subordinata.

    Quindi...cosa può concretamente importare di essere il vuoto o non il non vuoto....quando la vera questione si trova da tutt'altra parte ?

    Scusami..ma solo per fare un esempio....se io ti tagliassi una mano, nonostante tu sia il vuoto, senti il dolore?

    RispondiElimina
  24. Quindi...cosa è che non ho capito?

    RispondiElimina
  25. @ Shakti

    "Siamo un'unica Coscienza nel senso che siamo un Unico IO che fa esperienza attraverso tante forme. E' un Mistero ne senso che non puoi conoscere Io con la mente, ma solo esserlo."

    Sul fatto che non si possa conoscere ma solo essere, sono totalmente d'accordo ...
    Siamo un unico IO, in fondo, se ci si "pensa" ... è quello che ho detto: condividiamo il "senso" di esistere. Ma davvero le parole portano fraintendimenti. Grazie comunque.

    RispondiElimina
  26. @ Francesco

    Quello del Vuoto è un concetto fondamentale degli insegnamenti orientali ... o anche in parte occidentali: si pensi al Dio-Nulla di Meister Eckhart.
    Vuoto è Non-condizionato, cioè non legato a nessuna sensazione, oltre le sensazioni ... come si arriva al Vuoto?
    Non certo non sentendo le sensazioni, cosa impossibile, ma non attaccandocisi, cioè abituarsi a sperimentarle come transitorie, non reali.
    Con il tempo si comincia non più a "sentire", ma a "essere".

    RispondiElimina
  27. Ciao Francesco.

    Tu sei Nulla, Vuoto, Silenzio che per conoscere se stesso crea il Tutto. Quel Tutto nasce da Io Sono e da lì si dispiega. Quindi tu fai esperienza del senso di esistere, ma ciò che fa esperienza del senso di esistere di per sè non esiste. Non cerca di capire, ti porta fuori strada. Piuttosto guarda là dove sei chi è che è consapevole di quel senso di esistere, di tutte le forme e colori del mondo, dei pensieri, delle sensazioni etc... Quell'Io è del tutto vuoto e consapevole. E tu sei quello.

    RispondiElimina
  28. francesco ti ho risposto in un nuovo post

    RispondiElimina