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martedì 2 aprile 2013

Il no-sense del conflitto


Ho letto da qualche parte "l'ego è solo un processo, non è un'identità". Ho realizzato in quel momento il conflitto che c'era tra me e l'ego (paradossale) in quanto considerato un'identità. Il concetto si è dissolto, il conflitto non ha più ragione di essere. Potrei essere in conflitto con un processo? Sarebbe come arrabbiarsi con il programma di un computer. Nonsense.

Ciao cara

È esattamente così! Qualunque sia il conflitto che sembra attraversarci esso è sempre e solo testimoniato da Io, Vuota Consapevolezza. In quanto tale tu stai solo testimoniando qualunque cosa, inclusa l’idea che tu sia dentro quel corpo mente o separata dal resto dell’Universo. Sebbene questa idea sia socialmente accettata essa è come un virus che contagia il 88% dell’umanità ed è la ragione unica della sofferenza psicologica nella forma umana che provoca a sua volta tutti quei comportamenti basati sulla paura che avvelenano non solo le nostre vita ma la Terra stessa.

L’idea di essere  una entità separata dentro il corpo è appunto solo un’idea, un oggetto. Come tale ha un inizio, una durata e una fine, e quindi potresti dire che è un processo, un’attività ma non certo una entità. Sebbene non ne siamo consci (perché l’attenzione della Consapevolezza riposa sugli oggetti esterni o interni della manifestazione invece che su se stessa) l’attività dell’ego non è SEMPRE presente. Ci sono momenti della giornata – e certamente durante il sonno profondo – in cui l’ego non c’è. Potrebbe essere mentre guardiamo un panorama, oppure attenti in una operazione pratica o solo guardando negli occhi il nostro amante. In quel momenti, o persino micro-istanti, esiste solo Presenza, non c’è conflitto.

 Non sempre nei siamo consapevoli perché il gioco della mente con il suo reclamare di essere l’autore delle azioni o dei pensieri e sensazioni torna come pensiero abituale. Ecco cosa è l’ego un pensiero abituale, una attività, un processo che va e viene e che cattura l’attenzione di Io perché vi è la credenza profondamente radicata di essere quell’immaginario qualcuno al centro del corpo. Questa credenza è TOTALE no-sense, e essere in conflitto con questa credenza solo perché fa capolino  come pensiero abituale è TOTALE no-sense.

In realtà l’aver riconosciuto la vera natura dell’ego è l’unica cosa necessaria affinché questo concetto si dissolva. Esso muore per mancanza di attenzione, come un pappagallo denutrito a cui si è smesso di dare da mangiare. Laddove invece nasca un conflitto con questo concetto, perché si pensa che ci sia un qualcuno che abbia un ego, ecco che questa idea si auto-alimenterà! Come può esserci un qualcuno che ha un ego se di fatto non c’è nessuno se non un testimoniare questa idea e tutto il resto della manifestazione?

Cercare di estirpare il concetto di separazione nasce dal presupposto errato che esso sia un qualcosa che appartiene ad un immaginario qualcuno, mentre invece quello che siamo è sempre e solo il TESTIMONE di ogni cosa. Come tale non hai alcun bisogno di fare nulla se non goderti quello che c’è. E nel farlo l’ego e i suoi dilemmi sono scordati come una lampada in pieno sole.

Un abbraccio,
Shakti  Caterina Maggi

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