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giovedì 15 marzo 2012

Ascoltare


"prima di arrendermi ti ripropongo la solita domanda. in realtà non affino la domanda, affino solo il percepirla. eccola.
Io Consapevolezza(regista) non sono consapevole di me attraverso tutte le telecamere. Guardo un film e mi riconosco, altre volte guardo un altro film e non mi riconosco. In quest’ ultimo caso può capitare che mi sento la telecamera piuttosto che il regista. Questo ultimo punto non lo capisco. Com’è possibile che un oggetto si crede soggetto? Che razza di inganno è"

Ciao cara.
Hai proprio in questo (inutile) gioco di domande e risposte tutto quello che accade è che cade la voglia di fare domande e si perde interesse nelle risposte, e nel farlo il nostro ascoltare diventa più sottile. Le parole diventano meno importanti e quello che ci cattura è l'energia che le nasconde, che sta dietro di esse. Le ascoltiamo come se diventassero dei suoni, come se fossero una canzone, come se stessimo leggendo una poesia. Non cerchiamo un senso in esse, un significato: sono come un vento che ci attraversa. Dove porta il vento? Da dove nasce? Da nessuna parte, sta solo accadendo. E se staimo in quell'accadere otrebbe succedere il miracolo: che ci accorgiamo che quel vento sta accadendo in noi, è il nostro canto, e noi siamo quel silenzio, quello spazio in cui accade. Vuosshhhhhhhhhh... il suono accade, per nessuno, nel Silenzio. Se possiamo ascoltare con la stessa non intenzionalità queste parole allora è possibile che esse ti indichino lo stesso Silenzio da cui sono sorte e in cui si dissolvono.

E' dal Silenzio che nasce la Vita. La tua apparente storia personale, il tuo apparente film. E' dal Silenzio che lo guardi, usando quel piccolo oblò che chiami te stessa. Se il Silenzio che è il regista della storia si crede un personaggio è a causa di una ipnosi cin cui quel Silenzio è caduto. Non è il personaggio che si crede un personaggio, ma è il Silenzio stesso che si è perso di vista. Non è quindi l'oggetto della storia che si è perso di vista, ma il Soggetto che non è mai coinvolto davvero e che si appassiona a tal punto nella storia stessa - nel bene e nel male - che non riconosce più di essere il testimone e il creatore della storia ma si pensa come una parte, come un frammento. Questa frammentarsi è doloroso ed è per questo che quando accade attorno ai tre anni inizia il cercarsi, da prima in pochi momenti e poi nell'età adulta in modo quasi costante. Perdiamo l'innocenza di questo vedere e iniziamo a soffrire, è il Silenzio stesso che si immagina perso, frammentato, separato. Sorge paura. La paura E' il senso di separazione.Ed è una illusione, perché questo non è mai vero è immaginato che sia così.

La ricerca all'inizio è nel mondo, negli eventi nelle relazioni. E poi diventa ricerca interiore a volte ed ecco che iniziano molte esperienze alcune anche molto energetiche e davvero pensi che ti stia accadendo qualcosa. Pensi di aver capito molte cose. Ti fai domende e trovi risposte. Senti che ti stai purificando dal tuo senso di separazione, senti davvero che il "tuo" ego sta diventanto sottile e che ti senti davvero Uno con il Tutto. Ecco quello è il momento più difficile, in un certo senso. Perchè davvero cogli una simmetria nelll'Universo che sembrava perduta e TU ti senti al centro. Ecco il momento più ingannevole. Perché se pensi che qualcosa ti stia accadendo, hai perso il punto.

Non sta accadendo nulla, in realtà. Semplicemente la Vita scorre, e tu non sei al centro di nulla, nemmeno di un processo di risveglio. Non c'è nulla da capire in realtà, nè da purificare. Certo, qualcosa sta accadendo. Ma qualcosa sta sempre accadendo e non a te! Sta solo accadendo. Tutto qua.

Queste parole non ti porteranno la pace che forse pensi ti possano portare. Sono solo un suono se pronunciate, o un segno se lette. Sono solo un'esperienza che il Silenzio stesso sta testimoniando, tutto qua. Non portano all'illuminazione, o niente. Non puoi arrivare a quel Silenzio attraverso le parole che sono un suono o un segno. E "tu" come ciò che pensi di essere, come corpo - mente, non sei in un certo senso diversa da quel suono o segno perchè come corpo-mente sei una esperienza. Una esperienza non porta al Silenzio, essa nasce da Silenzio, è testimoniata dal Silenzio e muore nel Silenzio. Una esperienza non porta da nessuna parte, come il vento. Possiamo goderne se possibile, o soffrirla.

Nell'ascoltarla e basta forse può accade di essere assorbiti in quell'ascolto... e lì non c'è più bisogno di parole tra noi, perche SIAMO lo stesso Essere. Tutto è UNO.

Shakti Caterina Maggi

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