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domenica 12 ottobre 2014

Nessuna domanda

Sei sempre solo. Crei apparenti aree di sosta dove ti vengono dispensati consigli, ma sei sempre solo. Ci sei solo tu. Quando avrai bisogno di un riflesso di questo troverai sempre persone che te lo daranno. Per esempio ora qui con me. Se vuoi puoi scrivermi, ma non sono io che posso fare quel salto per te. Io sono un oggetto nel tuo sogno. Perché tu mi stai creando.
Arriverà un momento in cui non avrai bisogno di scagliare con delle domande l’illusione di avere delle risposte. Starai col fuoco di quella domanda fino a che quella domanda, “Chi sono io”, non brucerà te. E allora sei a casa, dove sei sempre stato, ma dove non ti rendevi conto di essere perché eri impegnato a fare domande.
La comprensione spirituale si auto-brucia.
Cio' che resta alla fine di quella fiamma sei TU.

Nessun addio nell'Amore

Ciao.
Te ne stai andando. A volte siamo stati amici, a volte no. Ma sempre hai danzato nel mio Cuore. Sei sempre stato Perfetto, sono sempre stata Perfetta, anche quando la mente diceva altrimenti, accusava, si vittimizzava o si dava la colpa. Anche quando il tuo corpo non respirerà più, sappi che sei qui, con me, in me, come me. E anche quando la memoria del nostro incontro sarà sbiadita nei nostri occhi, e anche quando questo corpo smetterà di funzionare e nessuno ci ricorderà, non saremo separati. l'Io vive attraverso i secoli, nell'illusione del tempo e dello spazio. E' ciò che rende vivi questi corpi, ciò che ascolta queste parole, ciò che le scrive.
Sono Te, sei Io. Non avere dunque paura, mai. La morte è illusione, è tirare l'ultimo sipario sulla commedia Divina. Sei qui, dove sei sempre stato; andarsene non è una sconfitta, non ci sono vincitori o vinti. Sorridiamo insieme di questa Avventura, poteva non essere eppure è stata. Grazie, perché ho potuto esistere in Te e tu in Me.... che splendida illusione! La scena si chiude nel Silenzio. Sono qui. Ti abbraccio e tu mi stringi senza braccia... la tua voce è ormai la mia. Amore, Grazie.

Shakti Caterina Maggi

venerdì 3 ottobre 2014

Arte e Meditazione

quadro di Fulvio Faioni
Eros e tanatos, amore e morte. Due concetti spesso affiancati nella letteratura e nell’arte come sinonimo di passione che porta alla distruzione e allo stesso tempo di rinascita attraverso una morte interiore. Un artista sacrifica se stesso attraverso le sue opere, muore a se stesso facendosi strumento del creare: la sua mano, il suo braccio, tutto il suo corpo nel gesto creativo diventano uno con pittura, scultura, musica, poesia, danza permettendo all’ispirazione artistica di possederlo completamente. Se questa morte di sé è possibile attraverso l’amore per la creatività allora quello che avremo è una autentica opera d’arte e non un semplice manufatto artistico. La differenza è palese: laddove l’artista è assente a se stesso, c’è solo Arte, c’è solo Bellezza Manifesta, così che l'opera stessa diventa il ponte tra visibile e invisibile, tra permanente e impermanente, tra umano e divino.

Quando quella scintilla sacra è intravista in un’opera d’arte attraverso il suo rimando al silenzio, allo spazio, allora anche coloro che sono a digiuno di qualunque competenza artistica sentiranno un senso di stupore, che è appunto, assenza di Sé. Arte dunque come meditazione. Ecco la sfida dell'artista nel voler esplorare attraverso gesti, suoni, colori e forme le colorature dell’anima, le forme invisibili dello spirito. Amore e Morte acquisiscono dunque una valenza trascendente e non più “personale”: l’amore passionale, umano, terrestre diventa un tramite per arrivare ad un Amore più ampio, senza soffitto, pavimento, mura o contorni, una finestra aperta sul mondo. Un cuore vuoto, vuoto perché spezzatosi dopo aver conosciuto l’amore terreno, si apre all’Amore Incondizionato e diventa semplicemente spazio puro, luce manifesta. Dall’amore all’Amore il passaggio è la morte dell’ego, o almeno l’aspirazione a questo salto quantico. Si muore per rinascere.

L'arte intende suggerire la possibilità, nella nostra vita quotidiana o nei suoi drammi, di cogliere una opportunità di morte e rinascita, di deposizione e resurrezione. La sfida dell’artista è di rappresentare l’ineffabile, l’irrappresentabile: quell’attimo in cui l’uomo perde nella morte la sua corporeità e si fonde con il Tutto, nel Nulla. Lì “la forma è vuoto e il vuoto è forma” recitano i sutra buddisti. Lì il Vuoto si coglie attraverso la forma dell’opera d’arte, in cui il dipinto diviene una istantanea sul presente, il momento eterno.

Shakti Caterina Maggi

giovedì 2 ottobre 2014

Vita e Morte

Non preoccuparti, un giorno morirai. Tutte le storie che oggi ti sembrano così importanti, saranno completamente dimenticate. Tu sarai completamente dimenticato. La morte è una gran cosa, livella tutto, appiattisce ogni picco o valle. 

E l'unica cosa di cui si può essere completamente certi, che non sarà possibile uscirne vivi. 

Allora ciò che rimane è solo la Vita. Cruda, imprevedibile, innocente. Dolorosa, seducente, tenera. Solo quando si include la morte nello scenario puoi veramente apprezzare e goderti la Vita.

E la Vita è come un bel giro in auto. Va su e giù, gira in tondo, a volte sembra che si sia bloccati in un ingorgo di traffico, e proprio quando ci si arrabbia e si è stanchi un fiore giallo ti sorride e di nuovo si va avanti, ancora un'altro picco, un'altra montagna, un altro momento piatto. Non è mai uguale ed è gratis. Goditi tutto, è tutto per te. Un regalo. 

Shakti Caterina Maggi