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martedì 22 dicembre 2009

Essere aperti

Avasa parla dell'essere aperti, anche verso quelle aree della nostra coscienza in cui c'è resistenza e reazione.

domenica 20 settembre 2009

Cos'è la Verità? Intervista ad Avasa


Da l'intervista con Avasa per la casa editrice Laris che sta pubblicando una collana di Advaita Vedanta:


"Che cosa è la Verità? Molte persone sembrano dire di avere raggiunto la “verità”, ma spesso dicono cose molto differenti tra loro…esiste UNA verità?


Ciò che non cambia mai è Verità, tutto ciò che esiste è in stato di costante cambiamento, nulla è mai uguale due volte; ma ciò in cui tutto cambia è, in sé, immutabile. Ciò che è immutabile è Verità. L’esperienza umana è capace di conoscere l’esistenza del cambiamento perché quell’Uno, che fa esperienza della Vita attraverso e in quanto forma umana, è in sé immutabile, è l’Eterno stesso.

Non si può raggiungere la Verità si è già questa Verità, ciò che è immutabile, l’Eterno. La Verità, quindi, non è da un’altra parte, pronta ad essere raggiunta. Non è necessario un cambiamento nel tempo per vedere ciò che uno è sempre, si è già ciò che si andava cercando.

Quest’Uno che sta facendo esperienza di questa creazione chiamata Vita, che è la propria azione che si manifesta, è sempre lo stesso. Quest’Uno è immutabile e quindi è la Verità.


La mia mente parla continuamente, giudicando ogni cosa che accade, comparando e così via. Ho provato vari tipi di pratiche e meditazioni per fermare la mente, ma al di là di piccoli momenti di silenzio non sono riuscito a zittirla. Cosa posso fare? Nell’illuminazione la mente è sempre silenziosa?



Volere una mente silenziosa proviene dalla mente, dalla memoria; sorge dall’intuizione che il silenzio è ciò che ci è più naturale.

Sappiamo intuitivamente che il silenzio è presente, grazie alla nostra memoria di un tempo nell’infanzia in cui vedevamo il mondo attraverso occhi silenziosi senza giudizi, quindi senza la sensazione di essere separati da ciò che era visto. A volte non c’era un me e una cosa vista, solo l’Uno.

Questa memoria, che fa sorgere il desiderio di essere in silenzio, di essere silenzio stesso, proviene dal fatto che intuitivamente sappiamo che il silenzio è là dove la mente, nei nostri primi anni, si ritirava, dopo aver fatto il lavoro che era necessario al momento. Il silenzio è ciò che intuitivamente sappiamo di essere.

La mente è uno strumento della nostra vera natura, ma a causa del condizionamento è stata portata a credere di essere il maestro. Quando la mente riconosce di nuovo ciò che è precedente ad essa, allora diventa felicemente obbediente. Appare quindi solo quando le circostanze del momento richiedono che essa si attivi e poi, di nuovo, ritorna al silenzio inattivo che ne è la sorgente.

Tutte le meditazioni insegnate e quindi imparate, sono mente; sono basate sulla memoria, con l’intenzione da parte della mente di essere in controllo dello zittire quell’attività che è la mente. E’ per questa ragione che esse richiedono sforzo, che quindi porta l’attivazione deliberata della mente. La meditazione intenzionale, che è il desiderio di fermare l’attività della mente, viene dalla mente; proviene dalla non-accettazione di ciò che è.

Troppo focus sulla mente, come se essa fosse un problema, porta ad essere in difficoltà con quella attività che è conosciuta come mente.

La mente va a riposo quando è riconosciuto ciò che è precedente all’azione di ciò che chiamiamo mente.



Cos’ è l’accettazione?


Accettazione è arrendersi, una resa della mente che cerca di elaborare un modo di arrivare alla non mente.

Questo di certo non può essere compiuto dalla mente stessa, se è la mente che cerca di far arrendere la mente, questa ancora una volta sarà un’azione della mente. Quando l’accettazione accade è la mente ha visto i suoi limiti e riconosce questo come un fatto. Il limite è diverso per ciascuno di noi. A volte la resa accade improvvisamente, forse l’intuizione è più predominante; altre volte accade un po’ alla volta in un periodo più lungo, ma quando accade semplicemente accade, non è qualcosa che uno può fare e nessuno la può pianificare preparandosi prima.

Se è un qualcuno che si arrende, allora c’è con il desiderio di avere un risultato, il che chiaramente è un contrattare non è arrendersi. Quando c’è resa, non c’è nessuno che la fa: è una azione della coscienza.


Avasa".

lunedì 15 giugno 2009

Niente ha causa



Un estratto di un satsang del ritiro di fine anno 2008.

mercoledì 10 giugno 2009

L'ultima illusione

Pubblico uno scambio di mail.
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cara shakti,
se la mente crea, allora tutto ciò che posso sperimentare, sia materiale, che spirituale, che mistico etc, è cmq il frutto di un pensiero.
sperimentare qualcosa di spirituale, rafforza la credenza che sia vero, anche se in realtà è sempre frutto di un mio pensiero.
quindi è come se non potessi uscire da ciò che è la mia mente, perchè è tutto ciò che esiste.
spero di essermi spiegata.
ti ringrazio in anticipo.



ciao cara,
Osho diceva "illuminazione è l'ultima illusione".
Non esiste l'illuminazione come accadimento ad un qualcuno, questa è solo un'idea.
Realizzare questo è, paradossalmente, l'illuminazione.

Molte tecniche e pratiche spirituali hanno come obiettivo l'uscire dalla mente.
Non puoi uscire dalla tua mente, perchè non esiste una tua mente o una mia mente, ma Mente, Coscienza.
Ogni pensiero, ogni movimento, è Coscienza. Essa accade in te, quindi non puoi uscirne, perchè tu non sei nella mente, ma essa è in te. La Coscienza accade in te, ovvero Consapevolezza, Silenzio, Vuoto. Tu sei ciò che osserva le Coscienza, lo sfondo che testimonia e accoglie qualunque cosa acccada in te.

Il tentativo di uscire dalla mente è solo un altro movimento nella Coscienza, un altro pensiero. E' un'idea a cui la Consapevolezza stessa si attacca, nell'illusione di essere un qualcuno di separato, un qualcuno che si deve o si vuole illuminare.

Ecco perchè l'illuminazione è l'ultima illusione, in quanto persiste l'idea che ci sia qualcuno a cui questo può accadere.
Persino questa realizzazione è un'azione della coscienza che accade da sè, non a un qualcuno.


quindi non resta che 'arrendersi' e godersi lo spettacolo?


sì, se tu potessi farlo.
la resa non è un atto dell'apparente individuo, ma solo un 'altro accadimento.

in realtà ti stai sempre, da sempre, solo godendo lo spettacolo... e come in ogni buon film a volte ti appassioni ad un personaggio, ridi o piangi per le sue vicende, fino a che il sipario si abbassa e ricordi che è solo uno spettacolo.
a volte realizzi questo mentre lo spettacolo va ancora avanti... e questa è illuminazione.

con amore
shakti

venerdì 30 gennaio 2009

Cercare





La Verità non può essere mai raggiunta perchè ciò che tu sei è Verità. Non puoi raggiungere l'Essere, solo realizzare che ciò che cerchi è già presente al 100%, ma è ignorato nella ricerca di un qualcosa di separato da te, un qualcosa da ottenere. Il cercare stesso è ciò che impedisce al ricercatore spirituale di realizzare chi è.
Comprendere questo anche solo intellettualmente getta l'ego in una situazione di profonda frustrazione. La mente psicologica funziona per obiettivi. Ovvero, io faccio qualcosa per arrivare da qualche parte. Questo arrivare, se l'ego diventa ego spirituale, è ottenere l'Illuminazione.
Laddove uno ascolti il messaggio che la realizzazione del Sè è la realizzazione che non c'è nessuno, quindi nessuno che possa ottenere l'Illuminazione e non c'è un metodo o una pratica per ottenerla, se è presente questo ego spirituale ci sarà frustrazione.
Questa frustrazione, lungi dall'essere qualcosa di negativo, è proprio quel fuoco spirituale che brucia la spinta a uscire dalla percezione di questo momento.
Se uno osserva con attenzione, la ricerca stessa nasce dal rifiuto di questo momento. Cerchi perchè frustrazione è presente e questa ricerca è ciò che porta a spostare l'attenzione verso un momento immaginario del futuro in cui tutto sarà risolto, in cui l'Illuminazione porterà termine a quella frustrazione.
Piuttosto è vero il contrario. La vera vita spirituale ti porterà a sentire tutta quella frustrazione al suo massimo fino a che essa non brucerà con essa il desiderio stesso di spostarsi verso un nuovo momento nel futuro.
Essere presenti a questo fuoco spirituale non può essere un atto di volontà da parte dell'immaginario individuo. Il ricercatore vorrà SEMPRE fare qualcosa, persino lo stare con la frustrazione come un metodo per arrivare al risveglio.
Questo è ovviamente impossibile e non porterà ai risultati sperati. Man mano però che la frustrazione crescerà nel vedere che ogni tentativo è inutile, questa resa accadrà da sola.
Una resa in cui nessuno si arrende, ma che accade perchè non c'è più la forza di spostarsi verso un nuovo momento.
La magia è che quando questo cercare finisce ci si rende conto che tutto quello che accaduto fino a quel momento, inclusi i tentativi di ricerca della Verità nell'illusione che fosse un qualcosa da ottenere, erano azioni della Verità stessa per realizzare se stessa. Nulla è perduto in altre parole, ma è tutto un'azione del Divino che crea ogni singolo evento, anche il più apparentemente insignificante, per realizzare se stesso.
Da qui nasce una gratitudine spontanea per il semplice fatto che tutto è come E' e tutto è un unico Sé, te stesso.
La mente spirituale vuole evolvere, la Verità è Essere, per sua stessa natura è PERMANENTE, IMMOBILE, e quindi non appartiene al mondo del divenire, del diventare.
La Verità, questo Nulla vuoto e consapevole che osserva ogni azione ,inclusa quella della ricerca spirituale, è quindi già presente. Ad una mente ancora proiettata sul futuro, sull'evoluzione della coscienza, tutto questo è assolutamente non appetibile. Nessun chakra da risvegliare, nessun processo di trasformazione da attivare, nessun lavoro su di sé da mettere in atto.
Risvegliarsi è un atto d'Amore. Un atto d'Amore dell'Amore stesso verso di Sé. Nell'amare tutto è accolto, non è rifiutato. La mente spirituale rifiuta ciò che è presente, vuole lavorare sulla personalità, vuole trasformare, vuole cambiare. L'Amore osserva, lascia che la paura, la rabbia, l'odio o ogni emozione cosiddetta negativa sia presente, e nel non combatterla, ma semplicemente osservarla consciamente, scioglie. La mente spirituale fa guerra alla mente spirituale. L'Amore lascia essere, abbraccia ogni cosa, il bello e il brutto il positivo e il negativo, e accetta incondizionatamente.
Il lottare, la reazione non sono personali, sono solo frutto di una mente spirituale che vuole ancora cercare, nel prossimo momento, nei prossimi dieci secondi. La mente spirituale lotta con ciò che è e quindi non conosce l'Amore.
Ciò che tu sei è Amore, sempre. Anche se a volte questo Amore è addormentato riguardo se stesso e quindi si cerca.
La ricerca finirà per il fatto stesso che è iniziata. Se sei cosciente del fatto che stai ancora cercando, osserva che questa ricerca è presente e non lottare. Lascia che sia, sapendo che non ti porterà da nessuna parte perchè non esiste nessuna altra parte se non questo istante. E questo istante. E questo istante. Nell'osservare questo fuoco spirituale crescerà e porterà via con sé tutto ciò che è falso. Questo morire del senso di separazione è una vera morte, ma che lascia spazio dopo che essa è accaduta a veramente vivere la Vita pienamente per la prima volta.

con Amore,
Shakti

martedì 20 gennaio 2009

L'Iluminazione non è personale

Sono costantemente stupito dal gioco dell'esistenza.

Spesso leggo e sento dire di persone che offrono l'illuminazione personale come risultato di un qualcosa che essi possono fare per mostrare alla gente come anche loro possono illuminarsi.
Facciamo chiarezza in pochi brevi punti:

Primo, non esiste l'illuminazione personale perchè la realizzazione che NON C'E' una persona E' ciò che è definito illuminazione,

Secondo, non esiste NULLA che possa essere fatto per apportare l'illuminazione perchè nessun ammontare di AZIONE nel TEMPO può portare alla NON-AZIONE FUORI dal tempo.

Terzo non solo non c'è nulla che uno possa fare a riguardo, ma non c'è NESSUNO che lo possa fare!

Di recente ho tenuto due incontri a Bergamo, in Italia, un posto nuovo per questa condivisione ed ero stupito dal numero di persone che mi hanno chiesto durante la pausa e anche dopo domande che erano chiaramente basate sull'aver ricevuto informazioni da parte di qualcuno che reclama di aver personalmente raggiunto l'illuminazione e che afferma che io stesso avrei riconosciuto la sua illuminazione.

Siamo chiari su questo punto: la realizzazione di ciò che uno è non richiede nessun riconoscimento da terze parti, in quanto è totalmente auto-confermante. E' il SE' che realizza il SE'!
Corsi che promettono l'illuminazione alla fine della loro frequentazione sono solo una buffonata e naturalmente un'ottima fonte di guadagno da parte di chi reclama di aver personalmente raggiunto l'Illuminazione e che vuole venderla a gente che si identifica con l'essere un ricercatore. Questa identificazione con l'azione del cercare è ciò che in se stesso impedisce di vedere ciò che uno è, ovvero che c'è azione ma NON c'è un autore di quella azione.

Ho incontrato negli anni un certo numero di persone che hanno fatto corsi che promettono come risultato della loro frequentazione l'ottenimento dell'illuminazione personale, cosa che ti porta a chiederti come mai queste stesse persone continuino ad andare a Satsang e incontri, a fare domande, spesso molto confuse, su come illuminarsi.
In quanto ricercatore spirituale uno è molto vulnerabile e ci sono coloro che possono per qualsivoglia motivo predare e giocare su questa vulnerabilità. Quindi attenzione a chi afferma che devi compiere uno sforzo o attuare un cambiamento nel modo in cui sei, perchè chi dice così non è nel vedere di ciò che non richiede mai sforzo alcuno e che non cambia mai di stato.

Diciamolo, quando si afferma che l'illuminazione è avvenuta chi può dire che non lo sia, chi può certificarlo. Una cosa è chiara è che coloro che si sono dissolti in questo vedere sono sempre molto semplici e diretti nella loro condivisione. Insieme a tanti che sono in realtà voci che parlano dalla Sorgente stessa è ovvio che ci sono anche coloro che reclamano di essere, ma non sono direttamente, espressioni della Sorgente e sono invece in una identificazione, impegnati a costruire, a loro vantaggio, solo un'ego spirituale.
Tony Parsons, Leo Hartong, Richard Sylvester, Nathan Gill e Jeff Foster, solo per nominarne alcuni, sono tra coloro che esprimono direttamente questa realizzazione ( sono tutti rintracciabili su Internet). Non troverai lì alcun metodo, tecnica, pratica o promessa di illuminazione, ma solo il fatto semplice che là dove il vedere di questo accade non c'è nessuno che faccia nulla per rimuovere colui che si immagina di essere e che in realà non è presente.

Come ho già affermato, il gioco dell'esistenza non cessa mai di stupimi e sarò il primo a essere d'accordo che ogni cosa che accade è l'attività del Divino, ma sarò anche molto chiaro che nessuna di queste azioni porta ad una maggiore chiarezza, tanto meno all'illuminazione.

Goditi ogni cosa,
Bodhi Avasa

venerdì 16 gennaio 2009

Oltre la Presenza

Lasciare che le contrazioni e le espansioni si susseguano e restare come sfondo a osservare fino a che questi movimenti non ti interessano più, perchè tutta la tua attenzione ... Visualizza altroè sulla Presenza che testimonia tutto quello che accade. Allora accade un momento in cui c'è un andare oltre persino a quella Presenza, nel mistero del tuo Essere, là dove non sei mai esistito, nè il mondo stesso è mai esistito. Lo Zero, l'Assoluto. Il mondo riappare e non è più quello di prima, solo un giro di giostra pieno di luci e colori, un sogno in cui tu non sei nè sogno nè sognatore, ma Sognare.
Da sè a sè, Shakti