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mercoledì 26 dicembre 2007

Sulla guerra

Se per un istante smettessi di combattere la guerra e le ingiustizie del mondo noteresti come il tuo combattere non sia molto diverso da ciò che dici di disprezzare.
I musulmani pensano di avere ragione, i cristiani pensano di avere ragione, i partiti di sinistra pensano di avere ragione, quelli di destra di essere nel giusto... cosa significa allora avere ragione e avere torto?


Pensare di essere l'unico che ha ragione è molto arrogante e di certo fonte di conflitti.
Hai mai visto uno stormo di uccelli che deve fare una riunione per decidere chi sta davanti? Hai mai visto i rami di un albero litigare per crescere in una certa direzione? Se l'edera uccide un albero, quella pianta di edera è cattiva? Se la mamma gatta divora i suoi gattini, dovrebbe essere mandata in prigione?

Ciò che non ti piace nella guerra, nell'abuso, nel conflitto è che queste cose danno una sensazione negativa. Osservala, stacci insieme, sii presente ad essa senza respingerla via. Non essere, se puoi, in conflitto con il tuo conflitto. L'Amore è la risposta, sempre. Se ti ami pienamente così come sei non potrai fare altro che amare gli altri. Se ami il tuo conflitto, esso si dissolverà, se gli permetti di essere presente senza spingerlo via. In questo dissolversi ciò che resterà sarà ciò che è, e ciò che è sarà il riflesso di ciò che accade in te. Non sono infatti due cose separate. 


Prendi ad esempio una persona arrabbiata, che ti insulta e ti lancia bestemmie contro. Tu non reagisci perché ciò che vedi è solo una persona che soffre, qualcuno che non si ama e dunque non è in pace. Se nessun altro reagisce la sua rabbia si dissolverà e si tramuterà in lacrime.

Ora immagina che la rabbia di questa persona risuoni con la rabbia di qualcun altro. La seconda persona sarà d'accordo e inizieranno a combattere insieme... d'altro canto ci sarà qualcun'altro che che penserà "questo è disgustoso, dobbiamo fare qualcosa, è necessario sviluppare un po' solidarietà di combattere tutto questo". Un'altro partito sarà creato, un partito formato da gente buona che vuole combattere i conflitti.
La guerra inizierà, ci sarà più conflitto, l'odio sarà condiviso.

Questo è il modo in cui le cose sono state finora. La guerra continua ad esistere nell'umanità perché c'è un accordo sul conflitto, che condividiamo e ci accordiamo attraverso il nostro veleno emozionale.
Se ognuno fosse capace di dissolvere il conflitto in se stesso la guerra non esisterebbe probabilmente per come è adesso l'umanità. Saremmo naturali, come un albero o un uccello. Un animale uccide un altro animale, ma non per odio. E' questione di sopravvivenza. L'amore è presente negli occhi della gazzella, così come in quelli del leone. E' l'Amore che li muove. Non c'è nevrosi in tutto questo.

L'umanità ha raggiunto abbastanza ricchezza per permettere a ogni forma di stare bene e al sicuro. Ma c'è conflitto, avidità e questo si perpetuerà fino a che il conflitto non sarà fermato. E può essere fermato solo dove tu sei, proprio ora. Osserva il tuo conflitto, osserva come odi certa gente o certe situazioni. Stai uccidendo te stesso attraverso un'altra forma quando odi qualcuno, anche se stai combattendo per la pace. La rivoluzione è possibile solo dove sei tu. La rivoluzione non significa combattere, ma cambiare la tua prospettiva sul mondo e vederlo per ciò che è, la tua creazione. Vedi ciò che vuoi vedere nel mondo e vedrai conflitto quando c'è conflitto in te. Il conflitto smetterà di esistere quando tu sarai in pace.

Nel mio mondo la gente si sta risvegliando. Spero che tu possa essere nel mio sogno, così che io potrò essere nel tuo, come ha detto Bob Dylan.

Con amore,

Shakti Caterina Maggi

lunedì 17 dicembre 2007

Immobile Consapevolezza

Dietro a ogni occhio che riceve i messaggi che gli occhi ricevono c'è quell'Uno che vive come e attraverso ogni forma. Ciò che in generale si crede è che ci sia un individuo, un qualcuno o un qualcosa dietro i sensi di ciò che sembrano essere molte forme separate. E' questa credenza che crea il senso di separazione che è la causa di sofferenza nell'esperienza umana. Questa credenza che non è altro che un preconcetto è creata e si mantiene perchè non si cerca ciò che si ritiene sia separato.
Quando la parola ME o IO sono usate si presume che la parola si riferisca al corpo o a qualcosa dentro il corpo e siccome questo non è il caso l'illusione di molti separati me è creata.
Colui che presume che la parola me o io si riferisca ad un oggetto interiore soggettivo che sta dentro la forma è in sè senza forma.
Attraverso l'accettazione di se come se fosse una figura oggettiva esso cessa di essere capace di riconoscere se stesso come una non-cosa non oggettiva, nella malcomprensione che esso sia un qualcosa. E' la disidentificazione con se stessi come un essere un qualcosa, quando la nostra verità che è uno è un nulla, che porta sofferenza che fa sorgere la sofferenza.
Questa è l'illusione che la tradizione indiana ha chiamato Maya.
La sorgente di ciò che sembrano tanti oggetti separati è questo Nulla. E' questo Nulla che fa esperienza di sè in quanto esperienza dell'Universo. Fino a che questa identificazione con la forma che appare, che non è altro che la propria azione che si manifesta, continua così anche prosegue l'illusione di essere separati in mezzo ad altri esseri separati ed è questo senso di alterità che crea paura che poi non permette il vedere l'Uno, il fatto che tutto è Uno, che tutto è essenzionalmente Amore e che uno è identico a questo.
L'unico che fa esperienza della vita nella forma umana o in ogni altra forma, per quel che importa, è la Sorgente stessa. Tu ed io siamo questa sorgente, siamo lo stesso Uno. Non riconscendo questo fatto, quest'uno come apparenti me e te permette l'illusione della separazione. Ciò che fa esperienza di sè nella tua forma è lìUno che fa anche esperienza di se in tutte le altre forme. Da nessuna parte in tutto ciò che appare c'è in realtà separazione se non come una idea, che porta alla credenza che sia così. Quando uno riconosce l'Uno, di essere Nulla, allora questa realizzazione dell'Uno appare spontaneamente. Questo Nulla, essendo precedente al qualcosa che crea il senso del tempo e spazio, è immediatamente riconosciuto come il sempre presente Eterno stesso e l'unico che in realtà esiste.
Questo Uno che noi tutti siamo e che tutto è in se stesso immobile, immoto e silenzioso, eppure paradossalmente crea ogni azione che esiste come esperienza oggettiva del mondo e dellì'Universo. Da questo luogo di immobilità che non è localizzabile in tempo e spazio, questo Uno è testimone al suo proprio spettacolo, lo spettacolo di un uomo solo sulla scena. Letteralmente parlando, tutto ciò di cui tu fai esperienza come te e come tuo mondo è una manifestazione del tuo proprio Essere perchè tu sei la Sorgente. In quanto Nulla tu fai sorgere il Qualcosa che appare come esistenza manifesta che è una attività dell'immobilità del tuo essere.
Bodhi Avasa

domenica 28 ottobre 2007

Io sono

Il fatto è che non puoi avere un picco senza una valle. Ma puoi vivere in una tale posizione rispetto a queste due cose che vedi i picchi e le valli, ma non scali i picchi e non scendi nelle valli. C'è una linea di mezzo, che Buddha ha chiamato la via di mezzo, di cui stupidi buddhisti si sono appropriati e hanno pensato che fosse un cammino che portava da qualche parte...Ciò di cui parlava Buddha era una linea che non fluttua assolutamente, che non va nè giù nè su e in quella linea ci sono vibrazioni più alte e più basse. Probabilmente uno dei luoghi in cui è più rappresentato con chiarezza è nella musica tradizonale indiana. Chiunque sa come accordare un sitar sa che ogni corda è accordata in modo tale che qualunque sia la corda che tu pizzichi farà vibrare anche le altre corde che non sono toccate che esse risuonano con il do di mezzo. Nella musica tradizionale indiana, il do di mezzo è quella linea costante che scorre tra picchi e valli e in ogni musica in cui si sia il sitar sentirai quel do di mezzo e sarà da quel do di mezzo che guarderà la musica che verrà suonata. E' una rappresentazione della vita come è tutta la musica tradizionale indiana. Tu stai osservando la vita da quella prima vibrazione, dal do di mezzo. prima di quello c'è silenzio, dopo il do di mezzo ci sono le scale sopra e sotto. Se rimani sintonizzato con il do di mezzo, mantenendolo nella tua coscienza mentre ascolti il sitar che suona, allora vieni portato nelle valli e picchi senza perdere il tuo centro. Non è che perdi te stesso in nessuna delle due esperienze , ma esse si perdono in te. Naturalmente ogni vibrazione sopra e sotto quella linea deve tornare a quella linea, la fine di ogni brano musicale in cui c'è il sitar torna sempre al do di mezzo che è da dove inizia. Viene dal silenzio e ritorna al silenzio, la prima e ultima vibrazione è il do di mezzo. Ecco di cosa parla Buddha quando citava la via di mezzo, di tenere quella linea tra valli e picchi. Quella linea è il senso di io sono, di esistere. Di solito l'essere umano medio non è consapevole di essere, di esistere. E' incastrato nel gioco della esistenza, ma non è consapevole nel gioco dell'esistenza. In un certo senso questa è la differenza dopo il risveglio. C'è una consapevolezza di cosa è l'io sono, uno riposa lì in tutte le circostanze della vita.
Oltre questo c'è il Vuoto. La prima cosa che è sorta questa mattina nella consapevolezza era quel senso di io sono, quel senso di esistere senza sapere in quanto cosa uno esiste, e questo è accaduta a ciascuna di queste forme quando esse si sono svegliate stamani. Quando usciamo da questo vuoto, da quell'immobilità, la prima cosa che si incontra è quel senso di io sono, quel senso di esistere, quando incontri questo ogni mattina cosciamente, tutta la qualità del giorno è diversa da quendo questo non accade. Se tu torni a dormire quella mattina consciamente cosapevole dell'io sono, allora sorgerai dal sonno profondo la mattina dopo con la stessa chiarezza. Lascia che la tempesta venga. Tu guardi sempre l'attività della tempesta dall'immobilità se la vedi da li, è davvero solo letteralmente un turbine caotico, un vento di pensieri e emozioni che passano. E tu osservi tutto sapendo che anche questo passerà e verrà a riposare. Se la agiti, aspettati lo scatenarsi della tempesta, ma non devi restarci conivolto per forza. Se potessimo vivere la vita in modo tale che non ci dobbiamo aggrappare a niente, se non abbiamo nessuna idea di come dovrebbe essere il domani, il prossimo momento, allora non soffriremo mai. Lascia che la tempesta venga, essa è sempre seguita da una pace, riposa sempre nella pace. Ma la tempesta potrebbe gettarti in una direzione in cui non volevi andare, se puoi accettare che ovunque ti getti sarà dove tu come divino volevi essere. Puoi davvero essere allora e non soffrirai mai, non importa quante tempeste attraverserai, te le godrai, saprai che passeranno e che prima o poi ti lasciaranno esattamente dove tu vuoi essere.

Avasa

domenica 8 luglio 2007

Libro con Avasa

E' uscito in questi giorni il libro "Cosa è Illuminazione" che contiene una lunga intervista con Avasa. Il link al libro è
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__che_cose_illuminazione.php?pn=82

un abbraccio a tutti voi,
Shakti

venerdì 1 giugno 2007

Tutto accade

Una volta che si vede che non si è il corpo, tutto diventa un gioco di luce.
La sensazione di essere un qualcuno non è più presente, tutto semplicemente accade, ma non c'è un qualcuno a cui accada.
Questa è libertà, una libertà in cui non c'è nessuno che è libero e nulla da cui essere liberi.

Avasa

mercoledì 30 maggio 2007

Lo Specchio Vuoto

Ogni volta che incontri qualcuno, incontri sempre Te stesso. In ogni incontro ciò che cerchi è Te stesso. A volte può capitare che ti incontri attraverso una forma in cui non c'è più ignoranza e riesci a darti delle informazioni su di te chiare riguardo ciò che sei.

Riconosci questo tipo di incontro perchè l'apparente altro che ti parla attraverso un libro, un video, una mail o di persona sembra conoscerti meglio di quanto tu stesso faccia.

Questo accade perchè qeull'apparente altro è davvero Te, ma un Te che ha visto oltre l'illusione di un "me" separato in un corpo-mente.

La relazione con questa persona sarà l'amicizia più profonda che tu possa sperimentare perchè non sarà basata nè sulla paura nè sul bisogno. Con costui-costei condividi il riconoscimento di essere Uno, che è vero Amore.

Questo riconoscimento che è chiaro e consistente da parte dell'apparente "altra persona" sarà visto pienamente anche da parte tua quando questo gioco di specchi sarà completamente dissolto e riportato alla sorgente del riflesso, che sei Tu.

All'inizio della relazione infatti ti immagini che ci sia qualcun altro davanti a te che parla, fino a che non vedi che non c'è qualcuno, ma solo te stesso, tutto il tempo. Nessuno potrebbe conoscerti così bene come te stesso.

Quando questa rivelazione accade l'apparente "altra persona" e l'immagine che hai di te si dissolvono entrambe nello stesso Amore.


con amore,
shakti

Preghiera

Ci sono due tipi di preghiera, preghiere per ottenere qualcosa, basate sulla paura di non avere ciò che si desidera- basate sul cercare in un mondo impermanente e quindi causa di sofferenza- e preghiere invece basate sulla gratitudine.

le prime sono quel tipo di strategie mentali di cui spesso la nostra vita spirituale consiste, "Sarà bravo e accetterò cosi' da ottenere il Paradiso, l'Illuminazione, il Nirvana"..etc. Sono tecniche con cui cerchiamo di scappare dal nostro inferno privato.


l'altro tipo di preghiere non sono davvero preghiere. Sono più un grande grazie al creatore per ciò che appare nelle nosrte vite. Sono mantra d'Amore, gli alleluia che cantiamo a volte all'Esistenza stessa.
Questo è il motivo per cui quando le cose arrivano dal posto giusto hanno un tale effetto su di noi, ci aprono in cuore, sono un ringraziamento che diamo e riceviamo allo stesso tempo.

il fatto è che il pregare sorge fino a che Dio è separato da te. E' naturale per Dio cercare se stesso attraverso ogni forma, incluse quielle che chiamiamo esseri umani.

quando si vede ( e lo vede Dio stesso) che nulla è separato da te, a chi stai facendo quel pregare e per cosa? non ci sarà più bisogno di chiedere, solo di godersi ciò che sta già apparendo.

fino a quel momento la migliore preghiera è "desidero che ttto sia come è", è "amen"...questa è la fiducia che qualunque cosa stia creando tutto questo lo faccia per il meglio, anche quando questo non è ciò che noi vogliamo. infatti spesso è più ciò di cui abbiamo bisogno.
omicidi, violenza, negatività che vediamo nel mondo non sono nulla di più che il riflesso dei conflitti che intratteniamo in noi stessi. un conflitto non può essere superato a meno che non ci sia accettazione e riconoscemento della sua presenza.

il combattere le guerre mantiene le guerre, vedile invece per ciò che sono, i luoghi in cui l'Amore non ha ancora riconosciuto se stesso.

la gratitudine continuerà a sorgere, anche se non più in forma di preghiera. sarà come la canzone dell'uccello, che è gioioso perchè è vivo, nella Grazia, per nessun motivo.

con amore,
shakti

Risveglio

Quando c'è vera comprensione, tu diventi quella comprensione.
La condivisione di questo sarà una condivisione del tuo Essere, lo stesso di tutte le forme.
Accade una risonanza allora che vibra da dentro, e che scuote tutte le strutture di identificazione. Se il cadere di queste strutture riceve un benvenuto, allora sarà sentita radianza e Amore, una gratitudine che non sarà rivolta verso un qualcuno, ma verso l'Esistenza stessa, verso il Se Stesso.
A volte questa risonanza incontrerà invece un aggrapparsi alle cose come se fossero reali. Accadrà una reazione, perchè questo cadere delle strutture sta avvenendo comunque, nonostante il resistere.

Quando tutti i veli dell'ego saranno tagliati via, non resterà nulla, lo stesso Nulla che spingeva da un apparente fuori come maestri, libri, Vita etc e da un apparente dentro...La Luce spinge distruggendo l'illusione e solo Luce resta alla fine.

Allora come gusci vuoti sospinti dal respiro del Divino danzeremo nella Vita, che non ha inizio, nè fine.

Benvenuti nel nostro nuovo Blog!
Shakti